Covid, cento contagi al giorno: «Settimana decisiva»

Venerdì 5 Novembre 2021 di Mauro Favaro
Covid, cento contagi al giorno: la situazione si sta complicando ancora

 Cento contagi da Coronavirus al giorno. E l’andamento è in crescita. Si sta viaggiando verso le mille nuove positività a settimana nella Marca. «Siamo arrivati a cento contagi al giorno. L’incremento è chiaro – conferma Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl – la prossima settimana sarà quella decisiva: in sostanza capiremo se ci potrà essere una nuova ondata». A livello nazionale, il trevigiano è già alle porte del gruppo delle dieci province che contano più contagi. Con le 90.005 positività registrate complessivamente dall’inizio dell’emergenza (cento solo ieri), attualmente è in undicesima posizione, dietro città come Milano, Roma, Napoli, Bologna e Verona.

Ormai si parla di epidemia dei non vaccinati. Le iniezioni anti-Covid già eseguite sull’81,4% dei quasi 800mila trevigiani vaccinabili (over 12) stanno contenendo la possibile nuova ondata. E stanno contenendo in maniera ancora più evidente i ricoveri di pazienti positivi negli ospedali della provincia: dai 312 del 4 novembre del 2020 ai 43 di oggi (39 di questi non vaccinati). Ma non basta. «L’arrivo della stagione fredda e le nuove varianti rendono particolarmente importante immunizzarsi contro il Coronavirus – sottolinea Benazzi – quello che sta succedendo in questi giorni in Germania, Paese che sta registrando un nuovo picco di decessi e ricoveri legati ai No-Vax, lo conferma senza ombra di dubbio». 


LA NUOVA VARIANTE
Nella Marca è già stata individuata una sotto-variante della Delta: la AY.4.2. Non è la Delta Plus. Ma è comunque più contagiosa della Delta normale. «Più infettiva del 10%», sottolineano gli specialisti trevigiani. C’è anche questo alla base del raddoppio del tasso medio di contagi sul numero dei tamponi eseguiti. Ma il vaccino anti-Covid, con i relativi richiami, garantisce comunque un’elevata protezione. «I virus mutano: ci saranno inevitabilmente altre varianti – ha sottolineato il professor Carlo Agostini, direttore della Prima medicina del Ca’ Foncello e riferimento per il corso di laurea in Medicina a Treviso – mi stupisce lo stupore per la terza dose. Probabilmente bisognerà fare anche la quarta e la quinta. Come l’antinfluenzale, dovremo abituarci a rivaccinarci anno per anno». Nel Covid Poin dell’ex dogana di Treviso, intanto, si è tornati a sfiorare il tasso del 5% di contagi rispetto ai tamponi eseguiti. «Ad oggi, comunque, non abbiamo registrato nuovi ricoveri. Ma il confronto con i dati dell’anno scorso, poi, dovrebbe spingere tutti a vaccinarsi quanto prima contro il Coronavirus».


TERZE DOSI
Fortunatamente anche il numero delle terze dosi somministrate agli over 60 sta progressivamente salendo. L’altro ieri ne sono state fatte 979. «E nelle case di riposo siamo già a una copertura del 72% tra gli anziani per quanto riguarda la terza dose» sottolinea il direttore generale della Marca mentre a livello nazionale si sta facendo sempre più strada l’idea di aprire alle vaccinazioni anche ai bambini tra i 5 e gli 11 anni. I tempi sono strettissimi: l’estensione potrebbe arrivare entro Natale. In provincia di Treviso la novità riguarderebbe 60mila ragazzini. Il tutto inserito in un quadro in cui l’allerta, anche nelle scuole, rimane altissime. Ad oggi il virus ha fatto capolino in 74 sezioni. Tra queste, 24 sono in quarantena (1 al nido, 8 alle materne, 8 alle elementari, 4 alle medie e 3 alle superiori). Significa che 500 alunni sono ancora costretti alla didattica a distanza. E poi si aggiungono cinquanta classi sotto monitoraggio. Negli ospedali la situazione rimane stabile. Attualmente si contano 43 pazienti positivi nei reparti Covid. Sono 39 quelli che non si erano vaccinati. Il 90%. In Terapia intensiva, in particolare, ci sono tre pazienti: un bosniaco di 37 anni non vaccinato entrato ieri a Vittorio Veneto, un rumeno di 41 anni non vaccinato e un 66enne con pluri-patologie che invece aveva ricevuto le due dosi di AstraZeneca. Gli altri tre vaccinati sono nel reparto di Medicina di Vittorio Veneto: un 34enne, un 65enne e un 82enne. L’attenzione deve restare alta. Giusto un anno fa, il 3 novembre del 2020, negli ospedali trevigiani erano ricoverati 295 pazienti Covid positivi, saliti già il giorno seguente a 312. Oggi sono 43. «Questo confronto rappresenta la migliore pubblicità per spingere tutti a vaccinarsi» evidenzia l’Usl.

Ultimo aggiornamento: 6 Novembre, 10:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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