Rsa in crisi: contagi come ad aprile, positivi al virus metà degli anziani ospiti

Venerdì 6 Novembre 2020 di Mauro Favaro
Rsa foto di repertorio
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TREVISO/BELLUNO - «L'andamento dei contagi nelle case di riposo è in rialzo come all'inizio dello scorso aprile, prima del picco toccato a metà di quel mese. Il coronavirus è imprevedibile. A differenza di aprile, però, oggi abbiamo un piano di prevenzione dettagliato e monitoraggi costanti eseguiti in tempi stretti, indispensabili per far scattare gli isolamenti già dai primi casi». A parlare è George Louis Del Re, direttore sociosanitario dell'Usl trevigiana.

Nella provincia veneta più colpita dal Covid-19 la situazione all'interno delle case di riposo è preoccupante.

Oggi nelle strutture del trevigiano ci sono tre focolai e una serie di altre scie di contagi. Il focolaio più grande è quello scoppiato nel centro servizi Villa Belvedere di Crocetta del Montello: 68 anziani su 126 risultano contagiati dal coronavirus. Oltre la metà. Quattro sono ricoverati in ospedale. Fino a martedì erano stati colpiti 42 anziani. Ma l'ultimo screening ha evidenziato un'ulteriore espansione del contagio. Per quanto riguarda il personale, sono stati contagiati 24 operatori su 128. Ieri se ne sono aggiunti altri tre. «La struttura è stata messa in lockdown spiega il presidente Marco Tappari tutte le procedure operative relative ai protocolli Covid-19, predisposte in questi mesi, sono state attivate e sono pienamente operative. Le visite dei familiari e tutti i servizi esterni sono sospesi a tempo indeterminato».

Un altro focolaio è in corso nella casa albergo Salce dell'Israa di Treviso. L'ultimo screening ha evidenziato il contagio di 38 anziani: 20 non autosufficienti e 18 autosufficienti. Più 10 dipendenti. Purtroppo è già stato registrato il decesso di tre anziani che erano risultati positivi. Il coronavirus è entrato prepotentemente anche nella sede di Povegliano di Casa Marani. In questa struttura sono stati contagiati 16 anziani su 22. Ai quali vanno aggiunti 4 operatori della cooperativa Insieme si può. Altri casi di positività sono poi emersi nel centro servizi di Motta di Livenza. E anche nella casa di riposo Padre Pio di Tarzo, dove si attendono le conferme dei tamponi processati in biologia molecolare. Le cose non vanno meglio in provincia di Belluno. Qui salgono a 18, da inizio ottobre, le vittime alla casa di riposo Majoni di Cortina d'Ampezzo. «L'ultima è una signora di 96 anni - ha spiegato ieri l'amministratore della struttura, Paolo Stocco - era ricoverata all'ospedale da parecchio tempo. Abbiamo anche accolto 8 ospiti da Auronzo di Cadore e cinque da Santo Stefano».

Ma a preoccupare, nel bellunese, in queste ore è un'altra struttura per anziani: quella di Auronzo di Cadore dove gli ospiti positivi sono saliti ieri a quota 46 e dove sono positivi anche 16 dipendenti. Mercoledì l'Usl è dovuta intervenire inviando due medici in sopralluogo per provvedere alla riorganizzazione dei piani. Situazione complicata anche in Val Belluna: a Limana i contagi sono aumentati e comprendono il 30 per cento dei residenti e il 10 per cento degli operatori. «Per ora ci stiamo organizzando internamente con il personale» rassicurano dalla struttura. In Comelico, nella struttura di Santo Stefano, inoltre, ci sono 21 anziani positivi su una sessantina in totale. Cinque operatori socio sanitari sono attesa dell'esito del test molecolare.

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