Nuovi contagi, l'Usl scrive agli stranieri: «Fatevi il tampone»

Mercoledì 22 Luglio 2020 di Paolo Calia
L'Usl della Marca invita chi arriva dall'estero a farsi il tampone
TREVISO - Una lettera per chiedere alle comunità di stranieri di sottoporsi all'esame del tampone per individuare i positivi al Covid. Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl 2, sottolinea nuovamente che il pericolo contagio, oggi, è legato praticamente solo a chi arriva nella Marca dall'estero o a chi va in vacanza in paesi potenzialmente ancora a rischio: «In provincia non ci sono rischi e non c'è una pandemia. Il tasso dei contagi scende attorno allo zero se togliamo le persone che arrivano dall'estero per motivi di lavoro o trevigiani che vanno all'estero per vacanza e poi rientrano. E adesso ci concentriamo su questi fronti».

IL PROVVEDIMENTO
Il primo passo è scrivere una lettera che verrà spedita ad associazioni di volontariato, di categoria, agenzie che operano nel mondo del lavoro e dell'assistenza domestica coordinando centinaia di badanti sul territorio. «Chiederemo la disponibilità di venirsi a sottoporre al tampone, soprattutto se sono state di recente nei loro paesi. Ma non solo: l'Usl darà anche la disponibilità a inviare i propri tecnici a fare tamponi o test veloci direttamente nelle varie comunità». Il secondo fronte è quello dei turisti: «L'invito è molto semplice - continua Benazzi - se si rientra da un viaggio all'estero e si avverte qualche sintomo strano, contattate subito il medico di base o i nostri operatori dell'Usl che vi diranno cosa fare e come comportarsi. Noi, già adesso, per chi rientra in Italia dopo viaggi di lavoro in paesi extra Shenghen prevediamo un tampone, cinque giorni di isolamento e poi un nuovo controllo».

VACCINAZIONI
Dal primo settembre partirà invece la campagna di vaccinazione anti influenzale: «L'obiettivo è quello di vaccinare tutti gli over 65 della provincia, ovvero il 20% della popolazione, il minimo per ottenere un'immunità di gregge è arrivare a vaccinare almeno il 75% di questa fascia. Il vaccino è fondamentale. I sintomi influenzali e quelli del Covid sono molto simili, quindi togliere quelli dell'influenza sarebbe un aiuto notevole per chi deve fare una diagnosi. Insisteremo quindi perché tutti lo facciano e contiamo molto sui medici di base».

«NON SIAMO INDOVINI»
Roberto Rigoli, direttore del laboratorio di Microbiologia, fa invece il quadro della situazione rispondendo a chi accusa il sistema sanitario di aver abbassato la guardia. Risponde insomma, senza mai nominarlo, al virologo Andrea Crisanti che nell'ultimo periodo non ha lesinato critiche: «Non abbiamo mai detto che il virus è morto - precisa Rigoli - noi siamo stati sempre molto corretti specificando la situazione del momento, quando i contagi aumentavano lo abbiamo detto così come abbiamo detto quando diminuivano. Tutto qui, nessuno di noi fa l'indovino come professione. Poi io sono un medico e sono sempre pronto a un confronto basato sui dati». E i dati sui tamponi dicono che nella Marca, dall'inizio della pandemia, ne sono stati fatti 150mila, di cui 110mila nel distretto di Treviso, 20.700 tra Conegliano e Vittorio Veneto; 17.700 a Montebelluna, più 25mila test sierologici. «E non ci fermiamo - continua Rigoli - se il virus dovesse tornare vogliamo fare 30mila tamponi al giorno. La lotta al contagio è un lavoro di squadra, se qualcuno vuole fare il leader non si va da nessuna parte. E questo metodo ha permesso di isolare in velocità i mini focolai e le situazioni delicate, come quella capitata al Bon Bozzolla».
Infine l'aggiornamento del contagio. A oggi, mercoledì 22 luglio, sono 35 le persone positive in isolamento domiciliare; tre sono i ricoverati nel reparto di malattie infettive; 73 i contatti, persone arrivate a contatto con un positivi, in quarantena e 225 quelle in quarantena perché di rientro dall'estero.
 
Ultimo aggiornamento: 09:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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