Distanze minime per il Coronavirus? Non al bar dell'ospedale

Martedì 3 Marzo 2020
L'ospedale di Treviso
TREVISO - Mentre i bar e i locali della città si stanno attrezzando per far rispettare la distanza di un metro tra un cliente e l'altro, con tutte le difficoltà che questo comporta, gli stessi accorgimenti paiono non essere una priorità al bar dell'ospedale Ca' Foncello di Treviso, che pure dovrebbe essere il punto più protetto contro il Coronavirus. A far notare questo controsenso è Diano Dolfo, esponente dello Spi Cgil di Ponzano che oggi era Al Ca' Foncello. 

«Stamattina sono passato in ospedale a Treviso - scrive in un post su Facebook - Visto le 2 tende appena fuori l'ingresso. Bene danno idea di prevenzione. Poi sono arrivato davanti al bar. Un bel gruppo di persone, medici, infermieri, pazienti, visitatori belli ammassati a prendersi il caffè servito al bancone del bar. Come sempre. Ma il famoso metro o distanza di sicurezza, tra le persone non conta al bar dell'ospedale? A Treviso han chiuso bar perché non avevano i tavolini, la Chiesa ha sospeso messe funerali battesimi matrimoni. E poi quelli che devono dare l'esempio non controllano neanche il bar dell'ospedale?»

Una perplessità che ha esposto a chi di dovere, senza risultato: «La direzione sanitaria interpellata risponde che non gliene frega niente. Come cittadino sono profondamente deluso. Predicano bene ma in questo caso razzolano male...e chi controlla? Ho pensato che ci vorrà tanta fortuna per debellare questo coronavirus».
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