Mamme al lavoro, l'azienda paga la baby sitter alle dipendenti

Venerdì 6 Marzo 2020 di Elisa Giraud
Mamme al lavoro, l'azienda paga la baby sitter alle dipendenti

Coronavirus e famiglie. Quando c'è da far fronte ad un'emergenza, gli imprenditori trevigiani non si tirano indietro ed emergono le storie di (stra)ordinaria umanità. In queste settimane di emergenza per il Coronavirus, con le scuole chiuse, le famiglie devo affrontare un'altra emergenza: quella di trovare chi può occuparsi dei figli mentre i genitori sono al lavoro. Cosa tutt'altro che semplice. E dispendiosa per chi non ha nonni o parenti ai quali affidare i pargoli.

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Due aziende trevigiane, una di Orsago e l'altra di Carbonera, hanno deciso di pagare le babysitter alle dipendenti la prima, e allestire un asilo interno, la seconda. Dei 42 dipendenti che lavorano su due turni di lavoro al Moderno Opificio del Sigaro Italiano di Orsago, la maggior parte sono donne. E non si tratta di discriminazione nei confronti degli uomini, ma di abilità. Il tabacco deve essere maneggiato con cura, il sigaro appena rollato è delicato, il prodotto finito da inscatolare richiede un tocco leggero per individuare eventuali imperfezioni, senza rovinarlo. È la sigaraia che controlla se la macchina ha tagliato il sigaro della giusta lunghezza, che li appoggia con delicatezza sui graticci, che decide se un sigaro è degno di essere un Ambasciator Italico. La parte più delicata della fabbricazione del sigaro viene affidata alle donne. 

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IL CONTRIBUTO
Per questo, al Moderno Opificio del Sigaro Italiano, fondato nel 2013 e che in meno di sette anni ha guadagnato una quota di mercato del 5% strappandola al monopolio del Sigaro Toscano, il 90% dei lavoratori è donna. E molte di queste sono mamme lavoratrici che in queste settimane di emergenza da Coronavirus si ritrovano con i figli forzatamente a casa da scuola. Loro però devono andare a lavorare perché le fabbriche, pur con tutte le misure precauzionali del caso, non si fermano. Possono prendersi un paio di giorni di ferie o permesso, ma non tre settimane (tempo di chiusura delle scuole, per ora). Un problema non da poco che comporta sacrifici da parte delle famiglie e un notevole impegno economico, peraltro non previsto. L'azienda, guidata da un management giovane a partire dal titolare Philip Pietrella e dal suo braccio destro Andrea Casagrande, amministratore della società, ha compreso le difficoltà delle lavoratrici, che devono ricorrere ad affidare i figli alle babysitter, e ha deciso di andare incontro alle loro esigenze, personali ed economiche. «Abbiamo strutturato una sorta di premio aziendale spiega Casagrande per fare in modo che le nostre dipendenti possano coprire le spese inaspettate di questi giorni». In pratica, quindi, la babysitter la paga l'azienda. 

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LA STRUTTURA
Un'iniziativa simile è stata attuata alla White srl di Carbonera, che vende antifurti a nebbiogeno.

Anche qui la maggior parte dei dipendenti è donna (29 su 38) e si trova ad affrontare le medesime problematiche della fabbrica di sigari. Così la dirigenza, che sin dall'inizio ha investito sulle donne e sui giovani, ha deciso di andare incontro alle esigenze delle dipendenti che hanno figli allestendo un asilo all'interno dell'azienda con materiale ludico ed educativo, ma soprattutto con una maestra che si occupa dei bambini. In questo modo le dipendenti non devono far fronte a spese impreviste per le babysitter e non hanno la preoccupazione di non sapere a chi lasciare i propri figli mentre sono al lavoro o, peggio, ad essere costrette a stare a casa. Sono due esempi di come le piccole e medie imprese trevigiane non si arrendono davanti alla difficoltà e come ci siano ancora imprenditori lungimiranti e umani per i quali il benessere dei dipendenti trova la giusta collocazione nelle politiche aziendali. 

Ultimo aggiornamento: 20:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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