Chiude la storica Casa del Baccalà: era aperta da cent'anni

Sabato 16 Luglio 2022 di Paolo Calia
I fratelli Stringari nella loro casa del baccalà prossima alla chiusura
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TREVISO - «Entro fine anno chiudiamo. Speriamo di trovare, nel frattempo, qualcuno interessato a rilevare l’attività. Ci sono un paio di contatti, ma ancora niente di concreto». Livio Stringari parla e sorride anche se racconta la fine di un capitolo importante della storia cittadina. La “Casa del Baccalà” di piazza San Vito chiude.

La famiglia Stringari, da 44 anni dietro il bancone di un negozio dalla storia centenaria, ha deciso che può bastare così. I clienti non mancano - «anche se sono sempre meno perché la gente in centro è sempre meno» - ma l’età avanza: Livio l’età pensionabile l’ha raggiunta già da dieci anni, Amedeo ci arriva adesso. E Loretta, la moglie di Livio, colonna del negozio, anche lei è arrivata ormai alla fine della parentesi lavorativa. Tutti e tre hanno quindi deciso di smettere. E la vetrina di una delle attività più celebri del centro, che attorno al baccalà e a tante altre specialità gastronomiche trevigiane ha costruito fortuna e storia, adesso sta per spegnersi.


IL RICAMBIO
«Entro fine anno noi smettiamo - ripete Livio - dovevamo già farlo lo scorso anno, ma abbiamo deciso di tenere duro e andare avanti. Adesso però basta. Ci stiamo guardando attorno, ma non è semplice trovare qualcuno che abbia ancora voglia di investire nel commercio. Se si trattasse di cedere un bar sarebbe diverso: in tanti sgomiterebbero. Per un negozio, specialmente come il nostro, il discorso è diverso. E non è nemmeno una questione di affitto: la proprietà ci ha sempre fatto un prezzo giusto. È l’attività commerciale in generale che attira sempre meno». “La casa del Baccalà” resta un posto particolare. Varcare il suo ingresso è come fare un viaggio nel tempo. Odori, sapori e cordialità sono quelle di un tempo. Merce rara. «Noi lavoriamo tanto con i soliti clienti, il nostro zoccolo duro che ci conosce da anni. Di turisti, qui dentro, non ne vengono molti. Ma è giusto così: questo è un negozio per la spesa di casa, non ne sono rimasti più molti». Il classico “casoin” insomma, tipologia che andrebbe tutelata come emblema del commercio trevigiano.


LE RADICI
“La Casa del Baccalà” è un’istituzione. È in piazza San Vito, sempre nello stesso posto, di fronte all’edicola, da quando ancora la piazza si chiamava piazza delle Prigioni e il castelletto, che tanto divide le opinioni tra chi lo ammira e chi lo ritiene non il massimo dell’estetica, non c’era. Ha aperto attorno agli anni Dieci del Novecento, quindi più di cento anni fa. All’epoca era il classico Pizzicagnolo, attività pensata per consentire ai clienti l’acquisto di piccolissime quantità dei prodotti più svariati. Dal 1963 è stata gestita da Giovanni Pesce fino all’acquisto da parte dell’attuale gestione, nel 1978, quando i fratelli Stringari rilevano l’attività. Nati da una famiglia di commercianti nel ramo alimentare, Livio, Valerio, Amedeo e Silvano si fanno da subito carico del valore tradizionale che il negozio porta con se.


L’AMMISSIONE
In 44 anni i fratelli Stringari hanno visto la città cambiare, mutare forma e personalità: «Bisogna ammetterlo - continua Livio - Treviso era più viva. Parliamo di 15-20 anni fa. C’erano più gente, più movimento, più residenti. I negozi come il nostro sono diventati sempre più rari, noi abbiamo resistito». L’avvento della grande distribuzione, il calo drastico del numero di trevigiani con casa dentro le Mura, ha sicuramente insidiato il piccolo negozio, ma di certo non l’ha mai messo in ginocchio: «Molto probabilmente la nostra cura della qualità dei prodotti ha aiutato». Ovviamente è così. Ma molto ha inciso anche l’atmosfera, l’accoglienza tra bancone e scaffali che trasmettono all’istante la storia. Adesso i fratelli Stringari e Loretta attendono gli eventi: «Ormai la nostra decisione è presa. Un’agenzia sta cercando persone interessate a rilevare l’attività. Speriamo che il prossimo gestore voglia continuare su questa strada, ma la decisione non spetta a noi. Chi entrerà qui avrà le sue idee e i suoi progetti. Noi, il nostro, lo abbiamo fatto».

Ultimo aggiornamento: 17:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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