Treviso. Madona Granda cerca sponsor per il restauro di arredi e dipinti

Sabato 15 Aprile 2023 di Mattia Zanardo
La chiesa Santa Maria Maggiore cerca sponsor per il restauro di arredi e dipinti

TREVISO - L'obiettivo è recuperare non solo l'intero ambiente, ma anche i preziosi arredi antichi e un dipinto seicentesco. A Santa Maria Maggiore è in corso il restauro della "sacrestia vecchia" e si cercano anche "mecenati" disponibili a contribuire a sostenere l'operazione.

Costruita nel 1747 per volere dell'abate Bottini, la sacrestia (attigua all'aula principale, in fondo alla navata di destra) è caratterizzata da cornici in stucco in stile barocco: in origine incorniciavano dipinti murali di santi, oggi sostituiti da varie tele. Il pericolo di distacchi di intonaci e altri materiali dal soffitto aveva obbligato a chiudere i locali già da diversi mesi e alla fine dello scorso anno è partito il progetto di restauro conservativo, elaborato dall'architetto Rossella Riscica (che cura anche la direzione artistica) e dalla restauratrice Francesca Faleschini, in accordo con l'Ufficio per l'arte sacra e i beni culturali della Diocesi e la Sovrintendenza.


GLI INTERVENTI
I lavori, sotto la direzione dell'architetto Giuseppe Cangialosi e appaltati all'impresa Castellana Restauri, sono giunti a buon punto per quanto riguarda la parte "strutturale". Il soffitto in arelle intonacate è stato messo in sicurezza e consolidato e dalle varie superfici verranno eliminati gli strati di pittura via via sovrapposti nel tempo, per riportare così alla luce gli intonaci e le cornici originali. Si punta anche a dotare la stanza di impianti di condizionamento e per il controllo dell'umidità, per garantire la miglior salvaguardia dei dipinti presenti. Il pezzo forte, però, è forse proprio il mobilio in legno: coro, panche e armadi cinquecenteschi, preesistenti alla stessa sacrestia e poi a essa adattati. Sono stati smontati, per consentire i lavori nella sala e per essere riportati, a loro volta, a nuovo splendore nel laboratorio specializzato della ditta La Nova. Alle esperte mani della stessa Faleschini è stata poi affidata una delle tele, un "Sant'Onofrio", attribuito a Jusepe de Ribera, pittore spagnolo trapiantato a Napoli, detto appunto lo "Spagnoletto", uno dei più noti interpreti del caravaggismo europeo tra XVI e XVII secolo. L'intera operazione comporta costi non trascurabili: la stima complessiva si aggira sui 200mila euro.


IBAN PER CONTRIBUIRE
Nonostante il contributo della Cei di circa 40mila euro, derivanti dall'otto per mille, difficilmente la parrocchia, committente del progetto, può sostenere da sola l'esborso. Da qui l'appello a potenziali sponsor o a chiunque voglia supportare il restauro. Pur consapevoli della contingenza non facile, i Padri Somaschi, titolari di "Madonna Grande", hanno lanciato anche una sorta di slogan: "Un sostegno nella memoria". Sul modello del "finanziamento" con dedica utilizzato in passato per i banchi delle chiese, chi volesse può contribuire in memoria di un proprio caro scomparso, con un versamento sull'Iban IT54T0503412000000000007259, intestato a Parrocchia di S. Fosca in S. Maria Maggiore, con causale restauro sacrestia, oppure con un'offerta nell'apposita cassetta, riportando il nome del defunto. Al termine dei lavori, verrà celebrata una messa a ricordo di tutte le persone indicate.

Ultimo aggiornamento: 16 Aprile, 10:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci