Rincari e crisi degli allevamenti, chiude il Cain Orbo di San Biagio di Callalta

Mercoledì 12 Aprile 2023 di Edy Caliman
Rincari e crisi degli allevamenti, chiude il Cain Orbo di San Biagio di Callalta

SAN BIAGIO DI CALLALTA (TREVISO) - «Chiudo con il cuore leggero, anche se sofferente. Penso con orgoglio di aver fatto la mia parte e aver contribuito a far star bene la gente». Le parole di Marilisa Piovesan, titolare dello storico agriturismo Cain Orbo, arrivano con la fermezza di chi ha già scelto e non intende tornare indietro.


LA DECISIONE
«Naturalmente dispiace, ma arrivati a un certo punto si deve fare una scelta. Meglio chiudere a testa alta che per un fallimento». La decisione arriva a seguito di questi anni difficili per tutto il comparto dell’agricoltura e dell’allevamento, specie se di piccole dimensioni. «I veri problemi sono cominciati già con il Covid – racconta Marilisa – in quel periodo non c’erano grosse entrate, nonostante mi sia attivata presto con il servizio d’asporto». Ad aggravare la situazione l’incubo dell’aviaria, che nel 2021 ha colpito numerosi allevamenti da cui la signora Piovesan, ma anche molti altri colleghi, si riforniva. «Gli allevamenti a cui ci affidavamo, a causa dell’aviaria, non sono riusciti a fornirci gli animali da allevare. Da due anni non ho più in allevamento anatre sufficienti come una volta. Questo anche aggravato dall’aumento dei prezzi dell’energia, del grano e dei seminativi. Nell’attesa che i prezzi diminuissero, c’è chi ha addirittura fermato l’allevamento. Questo ha significato un aumento dei prezzi anche del prodotto finale. Io ho dovuto farlo per i piatti tipici del mio agriturismo e le persone, giustamente, si sono lamentate. Dopo 27 anni di attività è difficile accettare questi cambiamenti, sia per noi come attività che per i clienti». Un’attività che Marilisa Piovesan ha in mano a suo nome dal 1996. Tre le generazioni nate in quel luogo e vissute di allevamento prima che diventasse un agriturismo. «Mio papà, Giuseppe, aveva un’azienda agricola – racconta Marilisa – è stato grazie a lui che ho deciso di far diventare un agriturismo il luogo dove abbiamo sempre vissuto. Con la sua voglia e la sua intraprendenza, mi ha spinta nel fare dei corsi per aprire questa attività. Nel 2013 è mancato e già da lì ho cominciato ad accusare le prime fatiche. Ora, con i problemi che ci sono e arrivata a cinquant’anni, vorrei che di questo posto mi rimanessero le cose belle. Non vorrei chiudere perché non riusciamo più a far quadrare i conti». L’attività, fa sapere la signora Piovesan, è già stata venduta. Il 30 aprile prossimo, la data di chiusura definitiva. «C’è poi il problema che non si trovano persone giovani da assumere in azienda – commenta Marilisa – mi ero anche proposta di affiancare qualche giovane che avesse voluto intraprendere la scelta di mantenere l’agriturismo. Li avrei affiancati con piacere per insegnar loro il mestiere, ma la proposta non è stata accolta». Verrà persa, quindi, la tradizione dell’attività. Ma del futuro Marilisa parla con speranza e ottimismo, rincuorata dal fatto che tanti clienti, appresa la notizia della chiusura, hanno espresso in massa la loro solidarietà.

Per tutto quello che loro hanno rappresentato per la famiglia Piovesan, l’agriturismo organizzerà il prossimo 25 aprile una bicchierata per ringraziare tutti del supporto e dell’affetto ricevuto negli ultimi trent’anni.

Ultimo aggiornamento: 13 Aprile, 07:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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