Maxi bollette, cinema di Treviso in ginocchio: «E ora che arriva l'inverno, come faremo?»

Giovedì 15 Settembre 2022 di Chiara Pavan
Poche persone e maxi bollette per i cinema di Treviso

TREVISO - Non bastavano il covid e il calo costante di spettatori: ora anche il caro bollette che stanno soffocando i cinema. E le sale, con spese fisse che ormai sono quasi triplicate o quadruplicate, rischiano di non aprire più. Come il cinema Corso, a Treviso: «Almeno per settembre e ottobre, non se ne parla - conferma Nicoletta Amadio, con le sorelle Silvia e Barbara guida le tre storiche sale del centro cittadino - Abbiamo visto cosa è accaduto all'Edera, che ha dichiarato di aver ricevuto una bolletta della luce dal 18mila euro in luglio.

Come possiamo anche immaginare di aprire con la programmazione ordinaria? Oltretutto, anche gli spettatori, in crisi le prime cose che eliminano sono le uscite legate al divertimento».


IL PANORAMA
Mentre il multisala di Silea si sta preparando a riaprire dopo i lavori di ristrutturazione (installate nuove poltrone Recliner), anche Gianantonio Furlan, proprietario del multisala Verdi di Vittorio Veneto, osserva preoccupato lo scenario: «Non posso chiudere il cinema, voglio andare avanti, non voglio pensare a scenari peggiori, mi auguro che il mercato riprenda un po' alla volta e contemporaneamente ci sia un freno ai costi dell'energia - spiega l'imprenditore veneziano - Per di più il Verdi di Vittorio Veneto ha impianti vecchiotti che consumano molto. Oggi tenere aperto un cinema, con quello che si incassa, e con quello che si paga di energia, è una mission impossibile. Contiamo nel sostegno da parte del Ministero come ha fatto fino adesso». Neanche il Cinergia di Conegliano, con le sue 5 sale, può permettersi il lusso di chiudere: «Se prima della pandemia, nella bolletta, pagavamo 0,27 a kw, ad agosto 2022 siamo arrivati a 0,77 a kw - puntualizza Alessandro Tizian, amministratore del Cineriga - situazione impossibile. Mica possiamo alzare il prezzo del biglietto. Il pubblico ci abbandonerebbe per stare a casa a guardarsi Netflix. Ci auguriamo che il Governo ci pensi, la situazione rasenta l'assurdo». Alternative? Pochissime. Il Corso, anche se chiuso, tenta di restare attivo in modo diverso, cercando di trasformarsi in contenitore culturale, mettendo così le sale a disposizione di manifestazioni, cineforum o di iniziative particolari. «La programmazione quotidiana è piena di incognite - continua Nicoletta Amadio - proietti un film, ma non sai quanta gente verrà. Invece, se noleggi una sala per un evento ad hoc, la situazione è più controllabile. E devono ancora arrivare i primi freddi: devo scaldare tre sale, una di queste da 500 posti. Come si fa con questi costi? Non è praticabile. In più non abbiamo certezze sul futuro: finché il Governo non interviene, magari come ha fatto con la benzina, meglio stare fermi. Anche Giuliana Fantoni, all'Edera, sta pensando come affrontare il futuro, tanto più quando si dovrà aprire il riscaldamento: «Stiamo pensando di proporre l'ultimo spettacolo alle 21, in modo da ottimizzare gli orari». «Riscaldamento? - fa eco Furlan - Per ora non ci penso: si porrà il problema a novembre, e con molto ottimismo mi auguro che i costi dell'energia vengano frenati».


COME REAGIRE
Dopo tutto, come osserva Amadio, «un conto è aprire una sala per qualche evento particolare, un conto tutte e tre. Diventa troppo rischioso. Per ora apriamo il cinema solo per gli eventi particolari», come tempo fa col corto-commedia del regista trevigiano Max Nardari Ritorno al presente. «Poi ad ottobre ripartono i corsi del Cineforum Labirinto, una bella iniziativa che coinvolge sempre più appassionati. Poi ospiteremo alcuni incontri del festival Carta Carbone».


I FILM CHE MANCANO
Al doppio problema delle spese fisse che si impennano e del difficile recupero del pubblico dopo il covid, si lega anche il prodotto cinema, con i «film che mancano - chiude Furlan - si annunciano due mesi di poco appeal, con opere che non richiameranno il grande pubblico. È il risultato del blocco dovuto al covid: il cinema Usa è stato fermo due anni e adesso il buco della produzione si fa sentire. Insomma, ci aspetta un periodo difficilissimo». «E se i film mancano, la situazione si complica ancora di più - chiude Tizian - programmi i Minions e le famiglie corrono, ma una ragazzina che vuole vedere Brad Pitt e finisce in Bullett Train magari non capisce il gioco del film. Speriamo di venirne fuori».

 

Ultimo aggiornamento: 13:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci