Maxi bollette, la stangata chiude i palaghiaccio: «Così non ce la facciamo»

Giovedì 15 Settembre 2022 di Giovanni Santin
Il palaghiaccio di Alleghe
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BELLUNO - Lo sci ha già lanciato un allarme preciso. I piccoli comprensori sono a rischio. Piegati dal caro bollette che non risparmia nessuno e miete vittime nelle fila dei comparti più energivori. Ma c'è un altro settore chiave in provincia di Belluno ad essere già in ginocchio: quello degli sport su ghiaccio. Da un Comune all'altro della provincia il ritornello è uno solo: «Con le bollette a questi livelli non ce la facciamo a rimanere aperti». E per abbattere le spese si fa strada l'ipotesi di un'unica struttura, quella di Feltre, a servizio di tutti. A fare più rumore di altri è l'eventualità messa in agenda da Gianluca Lorenzi, sindaco di Cortina d'Ampezzo, cittadina sede delle Olimpiadi 2026, e patria di Stefania Constantini che qui si allena: «Noi certamente non vogliamo chiudere ha detto il primo cittadino - puntiamo a tenere in funzione questa struttura, ma non si può nemmeno escludere che saremo costretti a farlo». Ieri in provincia è anche rimbalzata la proposta avanzata da Marco Griguolo (Azione) che ha suggerito che gli utili delle centrali idroelettriche rimangano sul territorio, anche a vantaggio dei palaghiacci. Una prospettiva che Camillo De Pellegrin, sindaco del Comune di Val di Zoldo, a sua volta proprietario della struttura di Soccampo, rimanda al mittente: «Non mi permetto di dire quale so quale sia l'esigenza più impellente di ogni Comune, ma la questione si risolve solo intervenendo sul costo dell'elettricità.

Sono preoccupato per anziani, pensionati, impianti sciistici che sono l'indotto che tiene in vita la valle; sono preoccupato per la Casa di riposo che dovrà sostenere spese ingenti. E poi: parliamo di ridurre le spese nelle scuole e pensiamo ai palaghiacci? Esiste la possibilità, molto concreta, che anche lo stadio del ghiaccio di Forno non possa aprire».


I TIMORI
E l'assessore al bilancio e all'istruzione, Amapola Fairtlough che ricopre anche un ruolo nell'Usg Zoldo Ghiaccio, aggiunge: «Trattandosi di un impianto aperto, il palaghiaccio non apre mai prima di novembre. Quest'anno pensavamo di aprire un po' prima, utilizzando l'impianto di refrigerazione, ma i costi delle fatture non lo permetteranno. L'anno scorso abbiamo pagato 50mila euro di energia elettrica e se le cose non cambieranno quest'anno il conto rischia di essere quadruplo. Costi insostenibili».
Decisione già presa ad Alleghe, altra sede storica dell'hockey nazionale, dove Adriano Levis dell'Alleghe Hockey e Valeria Rosson dell'Agordino Sport e Ghiaccio hanno comunicato che il De Toni non aprirà: «Il nostro impianto verrà chiuso. E lo faranno a breve altre strutture in tutta la provincia, piscine, impianti di risalita, e tutti gli altri impianti sportivi energivori». L'Hockey Alleghe però non rinuncia a combattere e per domenica 18 settembre dà appuntamento davanti allo stadio (ore 11) per un sit-in di solidarietà e di supporto tra associazioni sportive.


LA MOBILITAZIONE
Un appuntamento cui non mancherà l'Unione Sportiva Ghiaccio di Pieve di Cadore: «Se lo stadio di Tai non aprirà, rischiamo di perdere tutta la fascia d'età dell'avviamento e della promozione. Un danno incredibile che segnerebbe il futuro di tanti ragazzi». E nella patria di Tiziano hanno già contattato gli impianti del Trentino dove potersi andare ad allenare. Si risparmierà in corrente elettrica, ma si spenderà in benzina. Non cambia la situazione a Feltre. Le proiezioni dei costi energetici rischiano di far saltare il banco al Drio le Rive con la bolletta che passa da 150mila a 500mila euro l'anno. Cifre insostenibili per la Coop Elementa che gestisce la struttura, ma anche per il Comune proprietario dell'impianto che annualmente garantisce un contributo di 119mila euro. Sul tavolo però c'è la possibilità di far diventare Feltre il polo per le altre realtà sportive su ghiaccio.
 

Ultimo aggiornamento: 16 Settembre, 12:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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