L'ex procuratore Carlo Nordio: «La magistratura è al minimo del minimo e temo che non sia ancora finita»

Lunedì 8 Giugno 2020
Carlo Nordio
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TREVISO «II prestigio della magistratura oscilla da tempo. Con il terrorismo eravamo ai massimi. Poi con il caso Tortora siamo calati. Siamo tornati in auge con Tangentopoli. Oggi siamo al minimo del minimo. E temo che non sia finita».
Lo dice intervistato da Libero, l'ex magistrato trevigiano Carlo Nordio, ex procuratore di Venezia a proposito della magistratura. Nordio spiega poi il perchè del legami tra politica e magistratura: «Perché il potere - afferma - è una forte attrattiva, e la politica, debole e codarda, l'ha consegnato a noi su un piatto d'argento, peraltro spalmato di veleno». E sui magistrati che si comportano in questo modo: «Non mi piacciono, è ovvio. Se lo facessero in mala fede - osserva - ovviamente mi piacerebbero ancora meno, ma credo che la maggior parte sia in buona fede. Cosa moralmente meno grave, ma socialmente più pericolosa, perché chi si ritiene moralmente superiore facilmente sconfina nel fanatismo. E il fanatico fa più danni del delinquente».

IL CASO PALAMARA

Il caso Luca Palamara per Nordio
«rivela una situazione nota a tutti, denunciata da alcuni e mai rimediata da nessuno. Che il Consiglio Superiore della Magistratura sia l'espressione delle correnti che governano l'Associazione Nazionale dei Magistrati e che la spartizione delle cariche fosse procedura consolidata lo sapevano anche le pietre. Ma vedere queste cose riportate nelle intercettazioni - osserva - colpisce di più, come quando gli americani videro in tv i ragazzi morire in Vietnam, e gli Usa persero la guerra». «Mi sono stupito - spiega Nordio - la cosa è più grave di quanto pensassi.

Mentre la lottizzazione spartitoria tra correnti, benché vituperevole, era arcinota, qui per la prima volta assistiamo a un giudizio di merito di un magistrato sulla colpevolezza di un indagato». E sottolinea: «Quanto Palamara dice su Salvini è agghiacciante, e vulnera in futuro la credibilità di ogni processo nei confronti di un politico». In merito all'utilizzo delle intercettazioni Nordio riferisce: «Sono sempre stato contrario, e lo sono ancora, all'utilizzo processuale delle intercettazioni, strumento invasivo e anticostituzionale che dovrebbe essere relegato tra gli spunti investigativi come le confidenze e le lettere anonime, senza mai esser depositate, nemmeno in riassunto. Ma - afferma - poiché questo è il sistema voluto e sostenuto dai magistrati e da Palamara, è una giusta nemesi. In ogni caso, Palamara quelle intercettazioni non le ha smentite, però ha avvertito, com'era ovvio, che i suoi legali le ascolteranno tutte, anche quelle non trascritte. Un'ammissione, e un ammonimento. Chissà cosa potrebbe uscire».

Ultimo aggiornamento: 18:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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