Botte e insulti razzisti. Benzinaia aggredita per un colpo di clacson

Martedì 16 Luglio 2019 di Alberto Beltrame
Botte e insulti razzisti. Benzinaia aggredita per un colpo di clacson
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VAZZOLA (TREVISO) - Aggredita e insultata con frasi di stampo razzista per aver suonato il clacson dopo aver rischiato la collisione con un furgone nel piazzale del distributore in cui lavora. Vittima venerdì pomeriggio una dipendente della stazione di servizio Energyca di via Cesare Battisti a Vazzola, Susy, 35enne di origini marocchine, da quasi vent'anni residente nel Trevigiano dove si è sposata e dove si è integrata alla perfezione. La donna è stata presa a ceffoni e a calci da un uomo di 49 anni che, sceso dal furgone con il quale aveva attraversato a velocità pericolosa il piazzale, diretto verso il bar, ha pesantemente insultato la dipendente della pompa di benzina che stava in quel momento entrando nella stazione di servizio a bordo della sua auto. «Mi ha detto di tutto, da sporca n... e marocchina di m..., tornatene al tuo paese e altro ancora - racconta Susy, ancora sotto choc per  l'accaduto -. Poi mi ha assestato un colpo al viso, tanto che ho perso sangue sia dal labbro che da un orecchio, e un calcio sul ginocchio. Ma quel che fa più male è che nessuno mi ha aiutata». L'uomo, come se nulla fosse, ha parcheggiato ed è entrato nel bar che si trova proprio accanto al benzinaio. «Ma nessuno avrebbe visto niente, né il gestore né i tre clienti presenti - afferma Luca Vazzoler, amministratore delegato della Carlo Aliprandi Carburanti, che gestisce la stazione di servizio -. Non c'è aggettivo per qualificare chi picchia una donna, ma è vile anche chi vede ma non interviene». Proprio per questo Vazzoler ha pubblicato un appello su Facebook, chiedendo a chi avesse assistito alla scena di farsi avanti. Susy, intanto, ha presentato denuncia per lesioni nei confronti del 49enne, già identificato dai carabinieri della stazione di Codognè.
LA DENUNCIAVenerdì pomeriggio la 35enne stava andando al lavoro quando, entrando nel piazzale dell'impianto, si è trovata davanti un furgone bianco che stava attraversando l'area a tutta velocità. «Abbiamo rischiato di scontrarci, e io non ho fatto altro che suonare il clacson. Serve a questo il clacson, no? E invece quel signore si è subito scatenato». «Perchè suoni»? ha detto l'uomo prima di scendere dal furgone e inveire contro la donna. «Mentre gli dicevo semplicemente che doveva andare piano lui mi ha rivolto ogni genere di insulto - racconta la 35enne -. Mi ha dato della poco di buono (per usare un eufemismo), mi ha chiamata negretta, mi ha detto che puzzavo, che dovevo tornarmene nel mio paese e altre frasi irripetibili. Poi mi ha messo le mani addosso e mi ha tirato un calcio. A un certo punto ho sentito il sangue che mi scendeva dall'orecchio: ho avuto tanta paura, non la smetteva più». Nessuno dei clienti del bar, dov'era diretto il 49enne, è uscito sul piazzale nonostante le urla e la confusione. «C'erano solo uomini, nessuna ragazza, non so che dire - conclude Susy -. Ho chiamato i carabinieri e sono andata in ospedale, dove mi hanno medicata. Una cosa del genere non mi era mai successa: vivo in Italia da 19 anni e lavoro qui alla stazione di servizio da 5. Tutti mi conoscono, e mi rispettano, non avrei mai immaginato mi sarebbe potuta succedere una cosa del genere».
L'APPELLOI carabinieri di Codognè, dopo aver raccolto la denuncia della 35enne, hanno esaminato le telecamere della zona ma il fatto è accaduto in un'area non coperta da occhi elettronici. Il 49enne è stato individuato grazie al numero di targa ma i responsabili della stazione di servizio, nonostante i referti medici dell'ospedale che provano l'aggressione avvenuta, hanno chiesto su Facebook a chiunque abbia assistito all'aggressione di farsi avanti. «Non è possibile che una donna venga aggredita e insultata solo per aver suonato il clacson e per far notare che non si può guidare così in un piazzale dove passano i clienti. Il tutto nell'indifferenza generale - afferma l'amministratore delegato Luca Vazzoler -. Al bar, nonostante le ampie vetrate, dicono di non aver notato niente, però è stato chiamato il proprietario dell'area per informarlo della lite. Per questo chiedo a chi possa aver visto qualcosa di contattarci. Non si può lasciare impunito chi si comporta così, non si può rimanere indifferenti, non si può lasciare correre». 
 
Ultimo aggiornamento: 15:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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