MOGLIANO - Bimbo di 9 anni tolto alla famiglia affidataria: sotto inchiesta, con l’accusa di calunnia, è finita anche la suora responsabile della scuola elementare paritaria che aveva segnalato ai servizi sociali i presunti maltrattamenti sul bimbo. La Procura ha aperto un’inchiesta sulla base della querela presentata dalla coppia a cui è stato tolto il bambino, che aveva “contrattaccato” con una serie di denunce. Compresa quella alla presidente del tribunale dei Minori di Venezia Maria Teresa Rossi. La coppia, che da oltre due anni si batte per riavere il bambino, l’aveva accusata di diffamazione. Il motivo? La presidente avrebbe offeso la loro reputazione nel corso dell’audizione di fronte alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività connesse alla comunità che accolgono i minori, avvenuta nel luglio del 2022, sostenendo che a carico dei due coniugi ci sarebbe stato un fascicolo d’indagine, aperto nel 2018 e conclusosi comunque con l’archiviazione, per maltrattamenti. Non solo: avrebbe anche sostenuto che la “madre” affidataria ha tentato il suicidio per tre volte. Da qui era scattata la querela. Ma quel procedimento, incardinato a Roma (perché lì è avvenuta la presunta diffamazione) è arrivato a un punto morto. La Procura romana ne ha chiesto l’archiviazione.
IL COMMENTO
«Le frasi della dottoressa Rossi non solo sono del tutto scoordinate dalla realtà ma avevano il chiaro intento di far passare i miei clienti come delle persone totalmente inadeguate al ruolo di genitori. Gli effetti di discredito gettati su di loro è e resta inaccettabile» commenta il legale della famiglia, l’avvocato Giovanni Bonotto.
LA VICENDA
Nel 2021 il bambino era stato tolto alla coppia e collocato con un provvedimento dei giudici minorili presso una comunità alloggio nel coneglianese. I due avevano denunciato anche i vertici dei servizi socio-assistenziali della Ulss 2, autori della relazione arrivata al tribunale, accusandoli di abuso in atti d’ufficio, falso ideologico in atto pubblico, omissione di atti d’ufficio e minaccia. Il procedimento è pendente e si attende che la procura di Treviso fissi l’udienza di archiviazione, a cui gli affidatari si opporranno, con l’obiettivo di vedersi riaffidare il bambino.