Degrado a Treviso, il bar covo dei bulli chiuso per un mese. Troppi ubriachi che facevano confusione

Domenica 8 Ottobre 2023 di Mauro Favaro
Degrado a Treviso, il bar covo dei bulli chiuso per un mese. Troppi ubriachi che facevano confusione

TREVISO - Nuova stretta anti-degrado. Il bar “La bottega del caffè Dersut” di via Roma è stato chiuso per un mese. La decisione è arrivata dal Comune per mettere un freno alla presenza dei giovani che negli ultimi tempi si sono lasciati andare a comportamenti sopra le righe. Il sindaco Mario Conte ha appena firmato l’ordinanza di chiusura. «Trenta giorni per comportamenti non in linea con norme e regolamenti -specifica- il locale era un po’ il cuore del problema: veniva usato come punto d’appoggio da persone che, tra le altre cose, bevevano e poi facevano casino. Comportamenti che non andavano bene». Oggi il bar è già chiuso. “Fino al 20 ottobre”, recita il cartello in vetrina. In realtà lo stop sarà più lungo. L’anno scorso “La bottega del caffè” era stata tra i locali che avevano intrapreso un’iniziativa anti-degrado aprendo la porta che dà sulla stazione delle corriere. Un tentativo di gettare un po’ di luce tra baby gang e microcriminalità. Ma evidentemente la situazione è complessa. Non è il primo provvedimento che colpisce la caffetteria. In agosto era stata fatta scattare la chiusura anticipata del locale alle 18 per 30 giorni. «Per situazioni di disordine causate dai frequentatori» aveva spiegato Ca’ Sugana. “La bottega del caffè” aveva ripreso la normale attività, con apertura fino alle 20, solo dal 6 settembre.

E adesso è arrivata la stretta ancora più decisa.


LUNGO ELENCO
Il provvedimento si aggiunge a un elenco che quest’anno si è via via allungato tra via Roma, zona stadio Tenni e San Liberale. Si è andati dalla chiusura anticipata alle 20 per le attività di via Zenson, dove in marzo c’è stato un tentato accoltellamento ai danni del titolare di un Internet point, fino all’obbligo per un bar di viale Bixio di abbassare le serrande alle 18 per un mese. E una decisione identica a quest’ultima ha riguardato anche il Dema’s bar di via Tre Venezie a San Liberale. Non finisce qui. Giovedì c’è stato un agguato all’altezza del bastione San Marco sulle mura. Due giovani di 17 e 18 anni, armati di martelli, hanno minacciato e rapinato due ragazzi, portando via smartphone, un orologio, auricolari e una sigaretta elettronica. La polizia li ha rintracciati poco dopo vicino ai giardinetti di Sant’Andrea. Il 18enne è finito in manette. Il 17enne, invece, è stato denunciato a piede libero. «Sono episodi spiacevoli: lavoriamo per prevenirli -sottolinea Conte- purtroppo ogni tanto qualche colpo di matto da parte di qualcuno può succedere. Ma è bello vedere che le forze dell’ordine ci sono e intervengono tempestivamente». L’altro ieri, inoltre, si è vista la prima applicazione del decreto Caivano nella Marca. Il questore Manuela De Bernardin Stadoan ha emanato un avviso orale dei confronti di un 17enne che il 27 settembre era scappato a un controllo della polizia in via Roma. All’altezza di ponte San Martino si era sbarazzato di qualcosa. Forse droga. E di seguito era stato fermato, portato in questura e identificato. «Il decreto baby-gang inizia a dare i primi risultati -evidenzia Gianangelo Bof, deputato del Carroccio- il minore, tra l’altro, aveva già dei precedenti. Il provvedimento della Lega era quello che sindaci e amministratori locali attendevano da tempo per fermare il fenomeno della violenza minorile».


LA PROPOSTA
A proposito di baby gang, il gruppo Impegno civile lancia la proposta di creare un coordinamento tra sindaci. «Dato che il fenomeno delle aggressioni tra giovani coinvolge tutti i comuni e non solo Treviso, il primo atto concreto potrebbe essere quello di convocare un incontro tra tutti i sindaci per costruire una linea condivisa -spiega Luciano Franchin- una sorta di Ipa che si concentri su possibili azioni per rispondere al tema che coinvolge le amministrazioni quasi quotidianamente». L’ex assessore chiede a Ca’ Sugana di chiamare a un tavolo anche tutte le associazioni, culturali, sportive, ricreative, le parrocchie e così via. «Per dire loro: la situazione è grave, iniziamo a concertare iniziative per provare a risolverla insieme -conclude- un intento comune che con la regia dell’amministrazione faccia vedere che qualcosa si può fare, dimenticando di dare colpe ma offrendo occasioni e opportunità a giovani, famiglie e scuole».

Ultimo aggiornamento: 08:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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