Animali selvatici, il Cras di Treviso è un eccellenza del Nordest: ecco dove aquile, lupi e ricci vengono salvati

Giovedì 5 Ottobre 2023 di Mario Anton Orefice
Al Cras di Treviso 500 interventi in 4 mesi

TREVISOClinica per aquile, poiane, caprioli, lupi e ricci. È un modello in Veneto, e non solo, il Cras di Treviso, Centro recupero animali selvatici, gestito dalla Provincia all’interno del parco della Storga. Più di cinquecento gli interventi di salvataggio e di cura degli animali selvatici in difficoltà nel primo quadrimestre del 2023 e 57 gli animali attualmente presenti in “clinica”.

LO STAFF

Un grande lavoro portato avanti da uno staff appassionato: «Non diamo loro dei nomi, ma dei codici - spiega l’infermiera Francesca Tognon mentre nutre un piccolo riccio - Il nome non rispetterebbe la selvaticità e l’identità dei nostri pazienti, che quando è possibile ritorneranno liberi nell’habitat d’origine. Tra gli altri, in questo momento, seguiamo tre caprioli, uno dei quali era rimasto orfano della mamma, ma non li esponiamo al contatto del pubblico. Non vogliamo che familiarizzino con l’uomo e che un domani, nel bosco, potrebbe avvicinarli con facilità per far loro del male». La conversazione si interrompe perché è arrivata una signora con un riccio ferito in una scatola delle scarpe. Se ne deve prender cura subito insieme alla giovane collaboratrice Giulia Toffolon iscritta a al master di Salvaguardia della fauna selvatica dell’Università di Padova.

IL MEDICO

Il veterinario del centro, Marco Martini, è un chirurgo specializzato nelle fratture delle ali conosciuto a livello nazionale: «Gli impatti più frequenti avvengono perché sulla sua traiettoria l’uccello incontra i fili della luce, quelli dei vigneti, le reti, un veicolo guidato dall’uomo. Per esempio questa poiana - dice indicando il maestoso rapace che vola in una delle voliere del Cras - aveva un omero frantumato, sono passati venti giorni e sta già bene, a breve la libereremo e potrà tornare tra i boschi di Fregona; se sale in quota con le correnti giusti non batte neanche le ali e arriva in circa venti minuti. Diverso sarebbe se fosse un pullo». E ancora: «Per tre civette rimaste senza genitori abbiamo allestito un punto cibo dove con la tecnica dell’hacking hanno imparato a riconoscere le prede necessarie alla loro sopravvivenza. Le abbiamo anche riprese di notte con una telecamera a infrarossi». Interventi non sempre a lieto fine: «Certo non riusciamo a salvarli tutti, ricordo ancora con dispiacere un’aquila reale, arrivata a fine 2020, aveva un blocco renale e non c’è stato niente da fare».

LA LUPA

«Un caso famoso è quello della lupa Elsa, investita a febbraio di quest’anno sulle strade del bellunese - interviene Andrea Barbon della Polizia provinciale. Aveva edemi, fratture, e un occhio dal quale non ci vedeva. L’abbiamo seguita giorno e notte, poi in accordo con la Regione e l’Università di Sassari, che porta avanti un progetto di studio e un monitoraggio dei lupi, è stata liberata. L’ultimo segnale del radiocollare la geolocalizzava a Pinè, in provincia di Trento. Adesso è sola ma s’imbrancherà». Ma a chi spetta il compito di soccorrerli? Luciano Rocchino e i quaranta volontari dell’associazione Guardie per l’ambiente hanno il compito di intervenire h24: «Il cellulare è sempre acceso - dice Luciano - sia per svolgere le nostre funzioni di guardie ecozoofile - interveniamo come polizia giudiziaria nei casi di maltrattamento degli animali - sia per recuperare gli animali selvatici in difficoltà. Mi hanno chiamato anche da Avellino, perché se si digita in Google “soccorso fauna selvatica” il Cras di Treviso è tra i primi».

I CONTATTI

«La competenza del Cras - precisa Andrea Barbon - riguarda la fauna selvatica a sangue caldo, sono esclusi gli anfibi, cani, gatti, talpe e ratti. Inoltre raccomandiamo di telefonare subito al numero di 3204320671, di non improvvisarsi veterinari somministrando cure o cibi sbagliati e toccando l’animale, che nel caso di un pullo, non verrà più riconosciuto dalla madre». All’incontro partecipa anche la dirigente della polizia provinciale e della protezione civile Maria Teresa Miori: «Vorrei sottolineare la grande professionalità e amicizia della nostra squadra e la stretta collaborazione del Cras con il settore veterinario dell’Ulss 2 di Treviso per segnalare eventuali casi di Usutu, un’infezione aviaria, e di virus West Nile, trasmesso da zanzare e rapaci». Poi a microfoni spenti: «Non lo scriva ma casa ho sette cani, mi prendo cura di ricci e gatti randagi, pulli di uccelli non identificati. Per nutrire una piccola faina e per la lupa Elsa venivo sempre qui quand’ero libera dal lavoro»

Ultimo aggiornamento: 07:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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