Altri contagi nelle case di riposo, la quinta vittima è un'anziana di Arquà Polesine

Sabato 4 Aprile 2020 di Francesco Campi
Il reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Trecenta
ROVIGO - Si allargano i numeri del contagio, con le positività accertate dall’inizio all’epidemia che arrivano a 181. La situazione più critica è quella della Casa Sacra Famiglia di Fratta, con la risposta dei tamponi che ha attestato la presenza del virus in altri 13 ospiti. Nella Piccola Casa di Padre Leopoldo di Rovigo, invece, l’altra realtà residenziale polesana nella quale erano già emersi dei contagi, sono risultati positivi due operatori, mentre una delle ospiti, Maria Manfrin, per lungo tempo alla guida dell’azienda pirotecnica Martarello di Arquà, di 89anni, è morta al San Luca, ospedale Covid del Polesine.
IL DECESSO
«Avevamo avuto il riscontro di positività una quindicina di giorni fa – chiarisce il direttore generale dell’Ulss Antonio Compostella - Era stata ricoverata il 18 a Rovigo, poi il 26 era stata trasferita a Trecenta. Aveva delle importanti patologie croniche, il quadro è andato peggiorando negli ultimi giorni e ha purtroppo portato al decesso. È sempre triste quando si deve dare un annuncio del genere. Alla famiglia vanno le condoglianze dell’azienda».
SESTO MORTO
Il suo è il quinto decesso ascrivibile ai contagiati in Polesine, il sesto se si considera il 72enne di Solesino, spentosi lunedì all’ospedale di Rovigo. Oltre a questi nuovi riscontri di positività, ve ne sono stati anche altri tre, “esterni” al circuito della residenzialità, anche se uno dei casi è quello di una 56enne operatrice sanitaria altopolesana che lavora all’ospedale di Legnago, che ha eseguito lì il tampone e che non risulterebbe aver avuto contatti di nessun tipo in Polesine.
CONTAGIO SANITARIO
Un ennesimo contagio, quindi, in ambito sanitario. Le ulteriori due positività sono quelle di un 70enne residente in Medio Polesine e di una 87enne altopolesana, entrambi ricoverati in Malattie infettive senza che sia stato possibile ricostruite la possibile catena del contagio. Proprio per riuscire ad avere una maggiore capacità di individuazione dei casi positivi, da ieri anche l’Ulss Polesana ha iniziato ad utilizzare i test sierologici rapidi. Dalla Regione è arrivata una prima fornitura di 600 kit.
RICERCA DI ANTICORPI
«Non è una sostituzione del tampone, ma lo affianca. Ricerca gli anticorpi, o meglio la presenza di immunoglobuline che ci possono dire se siamo in presenza dell’infezione. In questi casi abbineremo il tampone per la conferma. La nostra intenzione è di usarli per i test al nostro personale e nelle case di riposo ed estendere poi anche ad altre categorie più esposte. Si esegue pungendo il polpastrello come per la misurazione della glicemia e anche se il risultato arriva in circa un quarto d’ora, richiede comunque del tempo e molta precisione, non è un’operazione banale. Va anche saputo interpretare il risultato. Ci darà comunque una mano per una sorta di pre-screening che ci possa segnalare subito situazioni da porre subito in isolamento e sottoporre con priorità al tampone».
IN ISOLAMENTO
Ieri a fronte di oltre 600 persone in isolamento domiciliare, i ricoverati erano 43, come giovedì, anche se il quadro era diverso. Sono infatti 6 i pazienti in Malattie Infettive a Rovigo, 26 quelli in Area Covid a Trecenta. E i ricoverati in Terapia intensiva Covid al San Luca sono saliti a 11. Ma, accanto a questo dato c’è una notizia confortante: due pazienti sono stati estubati. «Vuol dire – spiega Compostella - che è stato tolto il tubo rinotracheale che li collegava al ventilatore polmonare, perché respirano autonomamente e probabilmente fra qualche giorno potranno essere trasferiti in Terapia semintensiva o in Medicina Covid, a conferma che le cure sono efficaci e che anche dalle situazioni più difficili si può guarire».
AIUTO ALLA LOMBARDIA
Non solo, ma fra i due nuovi ricoverati nella Terapia intensiva del San Luca c’è un 65enne di Sermide, che arriva dalla Terapia intensiva dell’ospedale di Mantova: «Ci è stata chiesta attraverso il Centro regionale - spiega il dg dell’Ulss 5 - la collaborazione con la Lombardia per accogliere pazienti di area critica, e questo ci dice come sia effettivamente la situazione in quelle zone. Siamo ben lieti di dare una mano agli amici della Lombardia». Nella Terapia intensiva Covid di Trecenta si trova anche un altro paziente extra-Ulss, trasferito già oltre una settimana fa dall’ospedale di Legnago, viste le difficoltà nel fronteggiare la situazione particolarmente complessa anche nel Veronese.
Ultimo aggiornamento: 07:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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