Truffa su fondi pubblici, ipotesi terzo indagato oltre a Duò e Crepaldi

Domenica 30 Agosto 2020 di Anna Nani
La Guardia di Finanza durante i controlli alla start up sequestrata, la Oibì di Porto Tolle
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PORTO TOLLE - 
Si fanno sempre più insistenti le voci sul nome del terzo soggetto finito nella rete della Guardia di Finanza di Adria per gli oltre 900mila euro di fondi pubblici arrivati alla “Oibì srl”, start-up nata nel 2016 per occuparsi di trasformazione del pescato. L’azienda avrebbe incassato senza averne diritto 220mila euro di fondi dell’Unione Europea ed altri 700mila euro dal fondo di garanzia per le Piccole e medie imprese. C’è una terza persona infatti indagata insieme all’assessore di Porto Tolle Raffaele Crepaldi, 46 anni, e Alessandro Duò, 36 anni, imprenditore di Rosolina e già presidente di Asm di Rovigo. I due sono finiti nell’inchiesta per il ruolo di amministratori avuto nell’azienda: Duò da settembre 2016 a giugno 2018, Crepaldi da luglio 2018 a ottobre 2019.
DIMISSIONI RESPINTE
Crepaldi ha raccontato di aver messo a conoscenza della vicenda il sindaco Roberto Pizzoli, rimettendo le deleghe, ma il primo cittadino e la maggioranza avevano deciso di non procedere con la revoca. A motivare questa decisione è proprio Pizzoli: «Le indagini sono ancora in corso e questa vicenda giudiziaria non intacca il ruolo di amministratore di Crepaldi. Se la minoranza vuole approfittarne per farne una questione legata all’opportunità politica che faccia, ma io non mi permetterei mai di attaccare una persona che ha dei problemi». Il sindaco sposa la linea del garantismo: «Ne abbiamo viste tante di indagini finiti nel nulla, quindi la via è quella di avere fiducia nella persona, che è anche un amico oltre che un buon amministratore. Confido che la magistratura risolva quanto prima la questione».
PRESUNTE INCOMPATIBILITÀ
Pizzoli sottolinea di aver fatto delle verifiche rispetto a eventuali incompatibilità di Crepaldi con il suo ruolo di amministratore: «Gli atti alla cui formazione ha preso parte sono validi, quindi non sono previste conseguenze e, ora come ora, non capisco perché dovrei evitare di avvalermi di un amministratore che ha sempre lavorato bene: sarebbe ingiusto non solo verso Crepaldi, ma anche verso il suo paese. Se un domani cambiassero questi presupposti, ne riparleremo».
LE IMPRESE DI PESCA
Se il sindaco non è intenzionato a rimuovere Crepaldi dal suo ruolo, non altrettanto granitica sarebbe la sua posizione nel comparto pesca, dove l’assessore è presidente del consiglio di amministrazione della coop Pilamare, nomina da cui sono poi arrivati gli incarichi come componente del cda del Consorzio pescatori del Polesine e di quello di Fidi pesca. Sembrerebbe, infatti, prossimo un cambio al vertice della cooperativa e di conseguenza salterebbe l’incarico dell’amministratore portotollese.
OPPOSIZIONE CAUTA
La minoranza nel frattempo rimane alla finestra a guardare: il PD prende tempo per valutare il da farsi, mentre i consiglieri di Progetto civico Silvia Siviero e Valerio Gibin rimarcano la propria posizione. «Avevamo pochi dubbi sul fatto che il sindaco Pizzoli accettasse le dimissioni del suo potente assessore - dichiarano - Crediamo che la sua sia anche opportunità politica: perdere un pezzo di maggioranza, dopo il consigliere Giacomo Bovolenta, poteva minare la sua già precaria stabilità amministrativa. Certo che il sindaco ha giudizi un po’ bifronti: sui social chiedeva dignità e dimissioni ai politici che avevano preso i 600 euro di fondi Covid, ma per un suo assessore indagato per truffa su fondi pubblici da un milione di euro tutto va bene». «Non vogliamo - concludono - giudicare nessuno: certo è che avere un assessore indagato per truffa su finanziamenti pubblici mina l’etica e la morale della politica e dell’amministrare i beni pubblici. Chi rappresenta la cittadinanza deve essere al di sopra di ogni sospetto».
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