Gaffeo si ricandida, ma senza il Partito Democratico

Venerdì 29 Settembre 2023 di Elisa Barion
Edoardo Gaffeo

ROVIGO - «Mi sembra che non ci siano le basi per un dialogo». Con queste parole il sindaco Edoardo Gaffeo sembra mettere definitivamente una pietra sopra alla possibilità di correre alle prossime elezioni comunali, nel 2024, sostenuto dal Partito democratico.

Nonostante questo, il sindaco sembra deciso a correre per il secondo mandato mentre la distanza tra Gaffeo e il Pd non è mai stata così abissale. E la questione che ruota intorno alle sorti di As2 non ha fatto che inasprire una inconciliabilità tra le due parti che si è manifestata già da tempo su altri temi, come il caso Iras e i tempi biblici del settore Edilizia privata. As2 è stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso già pieno fino all'orlo. In particolare, il casus belli sono gli affidamenti in house alla società pubblica di servizi strumentali e tecnologici di cui Rovigo è socio. In questo caso da una parte c'è Palazzo Nodari che li ha messi in discussione, dall'altra il Pd rodigino, guidato dal segretario Giacomo Prandini, che ha presentato una mozione con l'obiettivo di mantenere la situazione immutata. Nel mezzo c'è un consiglio comunale, quello di oggi, che ne dovrà discutere alla presenza del consiglio di amministrazione, presieduto da Caterina Furfari (area Pd) e del presidente del Comitato di controllo Raffaele Ziosi.

POSIZIONI OPPOSTE
Vertice che Gaffeo non riconosce ed è qui che si è prodotto il cortocircuito che ha mandato all'aria definitivamente un'alleanza già pesantemente minata. «Il problema non è la mozione in sé - spiega il sindaco - ma tutto quello che c'è a monte. Ho nulla in contrario al fatto che questa amministrazione si impegni a valorizzare le società nelle quali ha delle partecipazioni e proceda agli affidamenti in house, laddove ci siano le condizioni per tali affidamenti. Il problema è stabilire se l'azienda ha le condizioni per essere in house. Il problema è stato sollevato dai dirigenti e la mozione per me si può votare, ma risolve nulla. Non mette in scacco me». Tuttavia ieri mattina è stato depositato un emendamento alla mozione, firmato dalla capogruppo Elena Biasin e dai consiglieri Alessandro Romagnolo ed Elisabetta Traniello della lista Gaffeo, con Federico Saccardin e Matteo Masin del Forum, che chiede di apportare delle modifiche al testo, in particolare aggiungendo di accertare e ripristinare le condizioni per cui As2 possa ricevere gli affidamenti in house. Dando per assodato che gli affidamenti in house non siano più praticabili quando, in realtà, l'istruttoria tra uffici comunali, Anac e As2 è ancora in corso.


A ogni modo il sindaco, ancora una volta, ribadisce che la questione è tecnica e non politica, legata al riconoscimento del consiglio dell'azienda da parte del Comune. Riconoscimento mai avvenuto, nonostante il vertice scada tra 8 mesi, «perché il Comune - ricorda Gaffeo - al momento della nomina aveva sottoscritto un'altra lista che non è stata neanche ammessa come lista di minoranza».
Allora perché gli altri Comuni soci non hanno sollevato lo stesso problema? La domanda è stata posta da Prandini che ha puntato il dito contro Gaffeo: «L'interpretazione delle nuove norme del Codice degli appalti che tende ad adottare il sindaco si fonda palesemente su "pulsioni" di parte. I pareri dei dirigenti, che paiono dargli sostegno, non sono per noi convincenti». Sul punto Gaffeo chiarisce: «L'interpretazione della norma è atomistica, ogni Comune guarda in casa propria. Comunque, i Comuni sopra i 15mila abitanti devono produrre ogni anno una relazione sulle proprie partecipazioni che va alla Corte dei conti. E su un tema così tecnico, la responsabilità è la mia. Di cosa stiamo parlando?».


LA MINORANZA
Dal canto suo, il capogruppo della Lega Michele Aretusini interviene nella nuova frattura della maggioranza senza risparmiare alcuno. «Bisogna avere il coraggio di dirlo, c'è il dovere di dirlo: la questione As2 ha nulla di tecnico, non esiste alcun problema reale, stiamo assistendo a una follia per la quale sindaco e Pd rischiano di mandare all'aria una eccellenza, che ha sempre lavorato bene per tutti i Comuni del Polesine, e di fare saltare il lavoro di decine di persone; il tutto solo per le meschine rivalità e querelle interne. Vi dico una cosa sola: piantatela. E anche subito. La politica si fa sedendo attorno a un tavolo, trovando delle mediazioni e delle soluzioni concrete, soprattutto quando i problemi non sono insormontabili, come in questo caso».

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