Sindaci polesani, appello a Zaia: «No alla maxi-discarica di Sant'Urbano»

Domenica 7 Aprile 2019
La manifestazione di ieri a Sant'Urbano
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LENDINARA - C’erano anche i comitati ambientalisti del Polesine e il sindaco di Lendinara Luigi Viaro ieri pomeriggio davanti al municipio di Sant’Urbano, a poche centinaia di metri dal confine provinciale, per dire no all’ampliamento della discarica tattica regionale.
SINDACI E COMITATI
«Non siamo la discarica del Veneto», «Basta rifiuti, a Sant’Urbano 30 anni di discarica posson bastare!»: negli striscioni appesi alle inferriate dell’edificio comunale, stesi a terra e sventolati dai manifestanti è racchiusa tutta la determinazione con cui comitati ambientalisti, amministratori e cittadini stanno lottando contro l’ampliamento del sito di stoccaggio dei rifiuti solidi urbani.  
IL PROGETTO
L’azienda Gea srl ha chiesto infatti l’autorizzazione alla Regione per modificare le pendenze del sito, ampliando di quasi un milione di metri cubi il volume di rifiuti trattati, passando dagli attuali 3,8 milioni a quasi 5 e allungando di 7 anni (dal 2022 al 2029) la vita della discarica. Al sit-in organizzato ieri dai comitati Lasciateci respirare di Monselice, Terre nostre Veneto e dall’associazione L’Altra Este hanno partecipato circa cento persone: non solo sindaci, mamme del comitato Zero Pfas Montagnana e consiglieri regionali, ma anche famiglie con bambini. «Non si mette a rischio la mia salute» si leggeva sul cartellone che un bimbo teneva in mano, le lettere in stampatello colorate di suo pugno.
APPELLO AL COMUNE
«Vogliamo mandare un messaggio chiaro all’Amministrazione comunale, il cui parere è imprescindibile: non ragioni in base agli interessi di bottega, ma si faccia portavoce di un territorio già martoriato dall’inquinamento – ha affermato con forza Francesco Miazzi, coordinatore di Lasciateci respirare Monselice – Il sito costruito nel 1989 e in cui ora vengono conferiti rifiuti da tutto il Veneto dovrebbe sopportare quasi un milione di metri cubi di rifiuti in più, con i rischi di cedimenti che questo comporta. Ma c’è anche un altro nodo, relativo all’impianto di trattamento dei Pfas presenti nel percolato, già autorizzato dalla Regione. Ci ritroveremo con “un’emissione legalizzata” di Pfas nella rete idrografica. E il rischio è altissimo se si considera che all’Adige attingono gli acquedotti che servono la Bassa padovana e il Polesine. E’ una situazione che non possiamo accettare: questo territorio ha già dato. E’ ora di invertire la tendenza puntando su una raccolta differenziata ancora più spinta».
“TERRE NOSTRE VENETO”
Affermazioni ribadite anche da Moreno Ferrari, presidente di Terre Nostre Veneto e di Lasciateci respirare Lendinara. «Cinque anni fa ci siamo opposti allo stesso progetto di ampliamento e siamo riusciti a bloccarlo. Che cosa è cambiato nel frattempo? Nella discarica sono arrivate più di 700 tonnellate di fanghi provenienti dalla Miteni di Trissino. Dire no all’ampliamento non è una questione politica, è una questione di vita o di morte». A prendere la parola è stata poi Elena Muraro, sindaco di Vescovana, che ha parlato anche a nome degli altri undici colleghi della Bassa Padovana e del Polesine che hanno aderito al fronte del no.
Anche i primi cittadini di Badia Polesine, Lendinara e Lusia (oltre a quelli dei Comuni padovani di Baone, Barbona, Castelbaldo, Granze, Masi, Piacenza d’Adige, Vescovana, Vighizzolo d’Este, Villa Estense) hanno sottoscritto la lettera inviata ieri mattina al governatore Luca Zaia con la richiesta di un incontro per affrontare di persona i dubbi e le preoccupazioni già esposti nella missiva. «Se abbasseremo la testa accettando l’ampliamento, fra sette anni probabilmente ci chiederanno un’altra proroga. E’ il momento di dire basta», ha dichiarato Muraro. Una posizione abbracciata, nel mondo della politica, anche dal consigliere regionale di minoranza Patrizia Bertelle.
RACCOLTA DI FIRME
La mobilitazione continuerà anche nelle prossime settimane attraverso la raccolta firme. E nel frattempo il fronte del no depositerà in Regione le osservazioni scritte dal professor Gianni Tamino da cui emerge che l’ampliamento della discarica avrà un impatto ambientale chiaramente negativo in termini di inquinamento atmosferico e odorigeno, traffico di camion e rischio di contaminazione delle acque.
Ultimo aggiornamento: 16:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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