Commissario già al lavoro: primi nodi bilancio e piscina

Martedì 26 Febbraio 2019
Il commissario prefettizio Nicola Izzo

ROVIGO - A Palazzo Nodari si è insediato il commissario prefettizio Nicola Izzo, che dovrà reggere le sorti del Comune fino all prossime elezioni. Il dottor Izzo ha voluto da subito prendere possesso del suo ufficio, quello che fino a giovedì sera era di Massimo Bergamin, conoscere il personale della segreteria e comprendere quale sia lo stato di salute dell'ente. Chi lo ha conosciuto, lo descrive come un uomo disponibile e determinato, seppure sia riservato e mai sopra le righe. Nel pomeriggio si è incontrato con il prefetto Maddalena De Luca, che lo ha scelto personalmente per questo delicato incarico, durante il quale dovrà vedersela con il bilancio di previsione e con il mai risolto caso piscine da 7 milioni di euro.
 
Intorno alle 12 di ieri Izzo è arrivato alla stazione dei treni, dove ad attenderlo c'era la dirigente Nicoletta Cittadin, in quest'occasione facente le funzioni di segretario generale del Comune, e l'avvocato civico Ferruccio Lembo. Raggiunto Palazzo Nodari, bagaglio al seguito, l'ex questore di Verona e Treviso, 70 anni il prossimo 6 aprile, si è fiondato nel suo ufficio dribblando i cronisti assiepati in salone d'onore in attesa di una prima dichiarazione. Si è trattenuto per circa un'ora, dopodiché è andato nella vicina Prefettura, dove ad attenderlo c'era la dottoressa De Luca per comprendere quali fossero le priorità, visto che lei ha certamente potuto seguire più da vicino le vicende che hanno condotto alla fine anticipata l'amministrazione Bergamin. Nicola Izzo è il secondo commissario prefettizio in soli cinque anni, visto che il suo predecessore Claudio Ventrice ha dovuto svolgere lo stesso compito nel 2014, al termine dell'Amministrazione Piva.
L'EX ASSESSORELa fine di Massimo Bergamin, secondo l'opinione dell'ex assessore al Commercio e alla Viabilità Luigi Paulon, è avvenuta in maniera repentina, ben prima di quanto ci si potesse aspettare: «Possiamo dire che è stata una cosa improvvisa ha spiegato Ormai sembrava che tutto fosse indirizzato verso una fine successiva alla fatidica data del 24 febbraio (oltre la quale il commissariamento sarebbe stato ben più lungo e le elezioni nel 2020, ndr), dando il tempo di verificare se c'erano i presupposti per un progetto politico, su cose da fare nel concreto, più che in maniera tecnica come invece dovrà necessariamente fare il commissario. Mi dispiace, perché il mio pensiero è che ormai eravamo arrivati al momento di poter mettere a disposizione di alcuni problemi qualche soldo in più e avremmo potuto farlo noi invece di consegnare questa possibilità ad altri. Chiunque verrà dopo troverà alcune situazioni risolte».
A.Luc.

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