ROVIGO - «Scuse sentite» e «profondo rammarico». Oltre all'avvio di un'indagine interna. Questa la risposta della direzione dell'Ulss 5 dopo il racconto su queste colonne del padre del 15enne di Loreo che per forti dolori al petto, a pochi giorni dal vaccino, si è presentato al Pronto soccorso di Rovigo alle 15.30 di lunedì per una visita cardiologica urgente così da scongiurare che potesse trattarsi di una pericardite, uscendo solo 21 ore dopo.
ROVIGO - La direzione ha espresso il rammarico per l'accaduto con una nota. «Spiace che problemi di comunicazione tra gli operatori e gli utenti protagonisti della vicenda rendano vani gli sforzi organizzativi e strutturali realizzati, come l'individuazione e assegnazione al Pronto soccorso di Rovigo di nuovi spazi messi a disposizione proprio per migliorarne l'attività. La direzione si è scusata con i genitori del 15enne. Ha inoltre provveduto ad avviare un'indagine interna e a dare ulteriori indicazioni affinché problemi di comunicazione non vadano a inficiare gli sforzi profusi dai professionisti operanti nel Pronto soccorso del capoluogo, per rendere sempre migliore l'assistenza quotidianamente prestata».
Come sottolinea il direttore generale Patrizia Simionato, «giovedì abbiamo subito parlato con i genitori per capire meglio cosa fosse accaduto. Quello che è emerso ci ha doppiamente rattristato. In particolare, c'è stata una grave mancanza di comunicazione nei confronti della mamma del ragazzo, che ha passato la notte insieme a lui mentre era in osservazione, senza che le venisse comunicato alcunché. Un fatto spiacevole e che ha dato la sensazione di essere trascurati, che rammarica sia perché non corrisponde alla realtà, sia perché proprio in questo momento, è massimo lo sforzo dell'azienda nei confronti del Pronto soccorso. Da sabato, grazie alla collaborazione del direttore del Dipartimento Urgenza-Emergenza e del Pronto soccorso, sono stati attivati 18 nuovi posti di osservazione breve. Eppure il ragazzo è stato tenuto su una barella. Questo è un aspetto che dovrà essere chiarito a fondo perché episodi simili non avvengano più». Anche il direttore sanitario Alberto Rigo esprime lo stesso duplice rammarico: «Sono rimasto particolarmente male nell'apprendere quanto accaduto, anche perché mi ero impegnato personalmente perché venissero attivati i nuovi posti di osservazione, utilizzando gli spazi al primo piano, visto che in questo momento è stato purtroppo necessario ridurre le sedute operatorie per l'emergenza che stiamo affrontando. Un modo per offrire una risposta ai problemi che il Pronto soccorso stava vivendo, anche a causa dell'emergenza, con l'aumento degli accessi e la necessità di separare i percorsi, in attesa che si concluda l'intervento strutturale già avviato, e che sta procedendo a grande velocità. Che carenze nella comunicazione abbiano vanificato questi sforzi, lascia l'amaro in bocca».
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