Le piogge spingono il Po e ricacciano il cuneo salino, ma restano problemi per l'acqua potabile

Giovedì 4 Agosto 2022 di Francesco Campi
Portata del Po in leggera risalita

ROVIGO - La siccità resta particolarmente grave, ma le piogge degli ultimi giorni hanno dato un po’ di ossigeno al Po e per la prima volta si registra un arretramento del cuneo salino di 5-6 chilometri rispetto ai 40 chilometri raggiunti prima delle recenti precipitazioni. A sottolinearlo è l’Autorità distrettuale del fiume Po a margine della riunione di ieri dell’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici nel distretto. «La siccità nell’area distrettuale del Po e più in generale nell’intera pianura Padana - si rimarca - resta grave anche se, nelle stazioni di rilevamento delle portate posizionate lungo l’asta del Grande Fiume, per la prima volta nel corso di questa torrida estate 2022, i livelli tornano in linea con quelli minimi mensili storici del periodo. Questo dato, mostra un sensibile, ma comunque temporaneo miglioramento del contesto generale in particolar modo se comparato alle analisi effettuate nel precedente osservatorio e generato, per lo più, dall’incidenza delle ultime precipitazioni piovose». 
In particolare, il dato della portata del Po a Pontelagoscuro registrata il primo agosto era pari a 243 metri cubi al secondo, ben superiore al minimo mensile di agosto di 114 e nettamente in crescita rispetto alla media registrata a luglio di 160 metri cubi al secondo.

PORTATA CRESCIUTA

Il valore attuale, si rimarca, «si conferma come particolarmente rilevante negli equilibri complessivi e, pur restando giocoforza al di sotto della quota ideale di 450 metri cubi al secondo, consente un immediato quanto provvidenziale arretramento del cuneo salino caratterizzato dall’intrusione delle acque salmastre nell’area del Delta: da 36-40 chilometri di risalita del mese di luglio nei rami di Pila, Gnocca, Tolle, Goro e Maistra si passa oggi a 29-30 chilometri di risalita. Un’altra notizia positiva, in uno scenario comunque sempre sotto costante stress idrico che causa locali ripercussioni sulla difficile gestione continuativa delle derivazioni a beneficio del comparto agricolo e sui fragili equilibri di habitat e biodiversità, è rappresentato dalla ripristinata funzionalità, anche se non a pieno regime, delle centrali termoelettriche di Sermide e Ostiglia».

PROBLEMI A PONTE MOLO

Si è fermata, invece, la centrale di presa di Ponte Molo, dove il tasso di salinità rende quasi inutilizzabile a fini potabili l’acqua pur trattata dal dissalatore che Acquevenete ha noleggiato dalla Spagna e che è entrato in funzione a giugno e che è stato ora deciso di spostare a Corbola, dal momento che la centrale di prelievo di Garzara si trova a 45 chilometri dalla bocca di punta Maistra e nei giorni scorsi è stata lambita dall’acqua salata in risalita. Al tempo stesso è stata potenziata la centrale di Adria, in modo che le due centrali permettano, grazie all’interconnesione delle reti, di mantenere la fornitura di acqua potabile in tutto il Basso Polesine.
Il presidente della Regione Luca Zaia, nella sua veste di commissario delegato per gli interventi urgenti per la gestione della crisi idrica, sottolinea come, «per quanto concerne la risalita del cuneo salino dei fiumi Po e Livenza, sono state predisposte attività per contrastare l’aumento di questo fenomeno attraverso attività di potabilizzazione, bonifica e costante monitoraggio».
 

Ultimo aggiornamento: 08:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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