Allarme Pfas sul Po: il caso va in Procura

Venerdì 21 Giugno 2019 di Francesco Campi
Allarme Pfas sul Po: il caso va in Procura
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ROVIGO - I monitoraggi confermano una diffusa presenza di Pfas di nuova generazione nel Po e il direttore dell'area tutela e sviluppo del territorio Nicola Dell'Acqua, già commissario delegato per i primi interventi urgenti di Protezione civile in conseguenza alla contaminazione da Pfas nelle province di Vicenza, Verona e Padova, ha chiesto all'Arpav, l'Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto, di inviare una relazione al procuratore della Repubblica di Rovigo. La stessa Arpav ieri ha spiegato con una nota come «nei monitoraggi delle acque superficiali del 2019 Arpav ha ampliato il pannello degli acidi perfluoroalchilcarbossilici e perfluoroalchilsolfonici, aggiungendo la sostanza perfluorurata cC6O4, prevalentemente utilizzata nella produzione industriale di materie plastiche e derivati. Tale decisione è stata presa nell'ambito della Commissione Ambiente e Salute della Regione. Il composto appartiene alla categoria generale dei Pfas. Attualmente non ha limiti ambientali. Il limite di quantificazione è attualmente pari a 40 nanogrammi per litro. Il monitoraggio nel Po continua e le informazioni sono fornite alla Regione e a tutte le autorità competenti».
CAMPIONAMENTI NEL DELTAIl problema era venuto a galla a inizio marzo, quando dalle analisi di un campione prelevato nel Po a Corbola, è stata riscontrata la presenza di cC6O4 in una concentrazione pari a 42 nanogrammi per litro. Subito dopo si è attivata l'Ulss Polesana che ha effettuato un campionamento a San Basilio, ad Ariano, e anche in questo campione è emersa la presenza del cC6O4 con una concentrazione di 65 nanogrammi per litro. Il 2 aprile Arpav ha effettuato ulteriori campionamenti: a Castelmassa il cC6O4 era pari a 85 nanogrammi per litro, a Corbola 65, a Villanova Marchesana 67, a Taglio di Po 65. Il monitoraggio è andato avanti e la presenza è stata ulteriormente riscontrata.
TRACCE IN ALTO POLESINEA Castelmassa, all'altezza dell'attracco turistico del Ristorante Litus dal 19 aprile al 5 maggio sono stati fatti ben 17 prelievi, quasi uno al giorno: il 19 aprile il valore era pari a 40 nanogrammi per litro, salito gradualmente fino al livello record del 24 aprile di 130, dal 27 aprile al 5 maggio è stato invece quasi sempre al di sotto della soglia di 40, eccettuate le giornate dell'1 e 2 maggio, quando è stata rilevata una concentrazione di 90 nanogrammi per litro. A Villanova Marchesana, in località Canalnovo, il 9 aprile è stato riscontrato un valore di 85, mentre il 9 maggio era inferiore a 40. A Corbola, nel punto di rilevamento di Sabbioni dove per la prima volta a marzo era stata trovata la presenza del cC6O4 nel Po, per la precisione il Po di Venezia, il ramo principale del Delta, il 9 aprile il livello era pari a 65 nanogrammi per litro, mentre il 9 maggio inferiore a 40. Nella stazione di Ponte Molo, a Taglio di Po, il 9 aprile è stata rilevata una concentrazione pari a 95, mentre il 9 maggio era sotto la soglia dei 40 nanogrammi per litro.
CONTROMISUREGià il 16 aprile Acquevenete aveva spiegato come fossero «scattate immediatamente le contromisure, dopo il rilevamento, nell'acqua del fiume Po a valle della centrale di Corbola, del composto cC6O4, inquinante emergente, una sostanza di nuova generazione, analoga alle perfluoroalchiliche, di cui ancora non si conoscono gli effetti sulla salute umana: dopo la segnalazione da parte di Arpav, ricevuta il 28 marzo, Acquevenete ha eseguito ulteriori controlli, riscontrando la presenza di questo composto nell'acqua grezza del fiume Po, in corrispondenza delle opere di presa. Sono quindi subito scattate le azioni, in base al principio di precauzione, per abbattere la potenziale diffusione di questo inquinante. In particolare, Acquevenete ha attivato, oltre al monitoraggio pilota del cC6O4, la tempestiva e precauzionale sostituzione di tutti i filtri a carbone attivo, già presenti presso le proprie sei centrali che insistono sull'asta del Po».
SEI CENTRALI LUNGO IL FIUMEDei 60 milioni di metri cubi di acqua erogati annualmente da Acquevenete, 12,5 milioni arrivano infatti dalle sei centrali sul Po, tre delle quali prelevano acqua da pozzi, Occhiobello, Castelnovo Bariano e Polesella, e tre che pescano invece acqua superficiale, Canalnovo, Corbola e Ponte Molo.
Francesco Campi

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