Lesioni al bimbo durante il parto in ambulanza, la Procura chiede l'archiviazione. La mamma si oppone

Il 9 gennaio 2022 il piccolo è nato in ambulanza e ha riportato dei danni alle braccia e alla manina destra

Martedì 11 Ottobre 2022 di Francesco Campi
La Pediatria di Padova

ROVIGO - La vicenda del neonato che il 9 gennaio di due anni fa è venuto alla luce in ambulanza, podalico, prematuro, di appena 26 settimane e 1,2 chili riportando fratture alle braccia e alla manina destra, la cui funzionalità è risultata compromessa, aveva sollevato una vasta eco, tanto da salire anche alla ribalta televisiva. Ma la Procura di Rovigo, al termine delle indagini e sulla base delle valutazioni dei tre consulenti tecnici chiamati a valutare il caso, l'anatomopatologo e medico legale Raffaele De Caro, il professor Andrea Porzionato, specialista in medicina legale e neuroscienze, e il dottor Jacopo Del Maso, specialista in ostetricia e ginecologia, ha chiesto l'archiviazione della denuncia della madre, assistita dall'avvocato reatino Mario Cicchetti, non ritenendo che siano emerse colpe, omissioni o errori nella condotta di sanitari e parasanitari che hanno avuto in cura madre e figlio in tutte le delicate fasi, dall'arrivo al pronto soccorso, a causa di complicazioni nel decorso della gravidanza, al trasporto in ambulanza verso l'Azienda ospedaliera di Padova, centro di terzo livello per i neonati critici, fino al parto in condizioni critiche nell'ambulanza.

La vicenda

«Le lesioni riportate dal piccolo non sono imputabili al personale sanitario che ha avuto in cura la gestante e lo stesso bambino», sottolinea il pm nella sua richiesta di archiviazione dell'indagine, che era stata aperta contro ignoti. Richiesta di archiviazione, fra l'altro, che era già stata formulata ed era stata anche accolta dal giudice per le indagini preliminari. Tuttavia il fatto che l'opposizione all'archiviazione, presentata della difesa, seppur fatta pervenire nei tempi, fosse stata trasmessa dagli uffici dopo che il decreto era già stato emesso, ha portato a una nuova riapertura delle indagini in seguito alle quali la Procura ha nuovamente chiesto l'archiviazione.

E la madre, attraverso il proprio legale, si è nuovamente opposta, chiedendo al giudice altre indagini e una nuova consulenza medico legale «da affidare ad un collegio composto anche solo da due medici di comprovata esperienza, appartenenti ad ordini professionali diversi da quelli della regione Veneto, specialisti in ostetricia e ginecologia e in neonatologia, al quale domandare se sussistono profili di colpa in capo ai sanitari e parasanitari che ebbero in cura la signora e il piccolo e se le gravissime patologie che affliggono il piccolo sono causalmente legate a tali condotte e se l'assistenza prestata dal nosocomio rodigino, compresa quella in ambulanza, e da quello patavino deve ritenersi corretta». L'avvocato Cicchetti chiede, inoltre, che vengano ascoltati tutti i soggetti che sono intervenuti nel percorso clinico di madre e figlio, dall'arrivo al pronto soccorso fino al ricovero a Padova post parto. Inoltre, l'avvocato Cicchetti chiede il sequestro delle relazioni di servizio che i sanitari coinvolti nel caso hanno presentato alla commissione interna dell'ospedale di Rovigo, che ha poi valutato nel suo complesso adeguata alla situazione e conforme ai protocolli la risposta fornita dai vari professionisti intervenuti nella gestione della paziente e l'organizzazione dell'ospedale. Oggi la questione sarà posta in udienza camerale al giudice per le indagini preliminari Pietro Mondaini, che dovrà decidere se procedere con l'archiviazione o se accogliere l'opposizione della madre.

Ultimo aggiornamento: 11:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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