ROVIGO - La vicenda del neonato che il 9 gennaio di due anni fa è venuto alla luce in ambulanza, podalico, prematuro, di appena 26 settimane e 1,2 chili riportando fratture alle braccia e alla manina destra, la cui funzionalità è risultata compromessa, aveva sollevato una vasta eco, tanto da salire anche alla ribalta televisiva. Ma la Procura di Rovigo, al termine delle indagini e sulla base delle valutazioni dei tre consulenti tecnici chiamati a valutare il caso, l'anatomopatologo e medico legale Raffaele De Caro, il professor Andrea Porzionato, specialista in medicina legale e neuroscienze, e il dottor Jacopo Del Maso, specialista in ostetricia e ginecologia, ha chiesto l'archiviazione della denuncia della madre, assistita dall'avvocato reatino Mario Cicchetti, non ritenendo che siano emerse colpe, omissioni o errori nella condotta di sanitari e parasanitari che hanno avuto in cura madre e figlio in tutte le delicate fasi, dall'arrivo al pronto soccorso, a causa di complicazioni nel decorso della gravidanza, al trasporto in ambulanza verso l'Azienda ospedaliera di Padova, centro di terzo livello per i neonati critici, fino al parto in condizioni critiche nell'ambulanza.
La vicenda
«Le lesioni riportate dal piccolo non sono imputabili al personale sanitario che ha avuto in cura la gestante e lo stesso bambino», sottolinea il pm nella sua richiesta di archiviazione dell'indagine, che era stata aperta contro ignoti. Richiesta di archiviazione, fra l'altro, che era già stata formulata ed era stata anche accolta dal giudice per le indagini preliminari. Tuttavia il fatto che l'opposizione all'archiviazione, presentata della difesa, seppur fatta pervenire nei tempi, fosse stata trasmessa dagli uffici dopo che il decreto era già stato emesso, ha portato a una nuova riapertura delle indagini in seguito alle quali la Procura ha nuovamente chiesto l'archiviazione.