Rovigo, l'Ossario militare esce dall'abbandono: il restauro da 500 mila euro è quasi ultimato

Il monumento rodigino è il primo esempio di ossario militare dedicato non solo ai caduti italiani durante la Grande Guerra ma anche a stranieri nemici

Martedì 11 Ottobre 2022 di Elisa Barion
L'Ossario militare di Rovigo

ROVIGO - Dopo quasi 30 anni di attesa, tanto è rimasto chiuso al pubblico, l'Ossario militare adiacente il cimitero rodigino di via Oroboni esce dallo stato di abbandono e si presenta alla città completamente rimesso a nuovo. E, proprio come merita ogni monumento carico di valore storico, per l'occasione sarà organizzata dall'amministrazione comunale una cerimonia pubblica, alla presenza delle autorità civili e militari, che dovrebbe tenersi il prossimo 2 novembre. Il condizionale, in questo caso, è d'obbligo perché la data non è ancora stata fissata in via ufficiale ma gli uffici di Palazzo Nodari sono al lavoro per confermarla proprio in queste ore. I lavori di recupero dell'Ossario sono, dunque, agli sgoccioli. Come conferma l'assessore ai Lavori pubblici e Patrimonio Giuseppe Favaretto, «i tecnici hanno confermato che l'intervento sarà concluso entro i primi giorni di novembre». A quel punto il cantiere che ha realizzato l'intervento di restauro da 500mila euro sgombererà l'area e l'opera sarà restituita alla città. Intervento che è stato finanziato dalla Regione Veneto per 350mila euro e dalla Fondazione Cariparo per ulteriori 150mila. «Si tratta - spiega Favaretto - di un'opera di interesse internazionale perché all'interno dell'Ossario sono conservati i resti di numerosi caduti austroungarici della Prima Guerra mondiale».

Il progetto di recupero

È passato meno di un anno da quando la giunta ha approvato il progetto di recupero dell'Ossario: il via libera è arrivato poco dopo la metà di novembre dello scorso anno, dopo che lo stesso progetto ha superato il vaglio dalla Soprintendenza, trattandosi, come detto, di un'opera monumentale di grande valore storico. L'Ossario raccoglie, infatti, le spoglie di 589 soldati italiani e di 215 austro-ungarici, deceduti a Rovigo per cause di guerra o per malattia contratta al fronte. A essere precisi, il monumento rodigino è il primo esempio di ossario militare dedicato non solo ai caduti italiani durante la Grande Guerra ma anche a stranieri nemici.

L'Ossario militare è stato il primo a ricevere il titolo di Sacrario per effetto della Legge 877 del 1931. Fra le lapidi, anche quella della tomba del sottotenente Ugo Schiesari, medaglia d'argento al valore militare, attribuita allo scultore Virgilio Milani, e la tomba del rodigino Nino Bedendo. Eppure, nonostante il suo innegabile valore, gli appelli per un suo restauro, e i finanziamenti già stanziati in passato ma non sfruttati per la mancanza della possibilità di cofinanziare, come previsto, da parte del Comune con 50mila euro, questo monumento ha trascorso anni, anzi decenni, in uno stato di totale abbandono.

Fuori dall'oblio

Andando a ritroso di pochi anni, nel 2014 con la giunta guidata da Bruno Piva si era tornati a discutere dell'importanza dell'intervento a questo elemento storico e religioso della città. L'ottenimento del finanziamento è stato possibile solo nel 2017 con la giunta di Massimo Bergamin, grazie al predecessore di Favaretto, l'assessore Gianni Saccardin. Da lì in poi, però, se ne erano perse le tracce. Fino allo scorso anno, quando la giunta Gaffeo ha messo mano al progetto, recuperando le risorse rimaste inutilizzate e mettendole a frutto. Basti pensare che i 350mila euro messi a disposizione dalla Regione erano stati stanziati ancora nel 2019 nell'ambito di un finanziamento complessivo di 1.222.300 euro per la «riprogrammazione delle economie derivanti dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione destinate ad Interventi di conservazione, fruizione dei beni culturali messa in rete e promozione di attività ed eventi culturali».

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