La Guerrato condannata per l'ospedale di Trento

Quattro mesi all'ex presidente Antonio Schiro

Lunedì 26 Febbraio 2024
La sede della Guerrato

ROVIGO - Il Not non porta bene. Un destino che sembra scritto nell'acronimo del Nuovo ospedale di Trento, che doveva essere costruito anni fa e che ha visto sorgere solo contenzioni e processi che hanno visto finire nell'occhio del ciclone la Guerrato, che nel 2018 aveva vinto l'aggiudicazione provvisoria del maxi appalto con base d'asta da ben 1,7 miliardi, per progettazione, costruzione e gestione per 25 anni della struttura, dopo che il primo bando, nel 2011, vinto da Impregilo, era stato azzerato nel 2014 dal Consiglio di Stato.


LA SENTENZA
Il 15 febbraio l'ex presidente della Guerrato, il 54enne commercialista di Badia Antonio Schiro, già vicepresidente di Confindustria Serbia, nel cda della Federazione veneta delle Bcc e della Bcc Adige Po oltre che di Polesine Servizi e Bellelli Engineering, è stato condannato in abbreviato a 4 mesi, con la sospensione condizionale, per turbativa d'asta.

Nell'inchiesta, aperta per le ipotesi di reato di turbativa d'asta e di falso ideologico commesso da privato in atto pubblico, per avere utilizzato un mezzo fraudolento nella gara, con la sottoscrizione e presentazione di una falsa attestazione di finanziamento con Auriga, società maltese con patrimonio di soli 300mila euro, alla quale è contestato l'esercizio abusivo di attività finanziaria per la mancanza dell'autorizzazione a concedere finanziamenti in Italia, sono finiti anche il broker romano Carlo De Simone, l'ex dirigente Guerrato Giancarlo Masciarelli e Rosario Fiorentino, amministratore di Auriga, tutti e tre rinviati a giudizio.


L'INCHIESTA
Nell'aprile del 2022 la Finanza aveva perquisito la sede della Guerrato di via delle Industrie e l'abitazione di Schiro, oltre che gli uffici della Provincia di Trento. Schiro, assistito dagli avocati Alberto Berardi e Luca Pontalti, aveva chiesto di essere giudicato con rito abbreviato, sicuro che fosse emersa la sua estraneità, visto che allora la Guerrato era in concordato e gli stessi commissari giudiziari avevano autorizzato la partecipazione all'appalto. Per la Guerrato, dopo che nel 2016 è stata coinvolta nella cosiddetta "Tangentopoli delle Terme", si era aperto lo stato di crisi che aveva portato nel maggio 2018 al concordato in continuità e alla vendita del 51% delle quote societarie, fino ad allora ancora detenute della famiglia Guerrato, alla Xela Spa di Pescara. Il giudice per le udienze preliminari di Trento, però, non è stato di questo avviso. L'avvocato Berardi precisa come «l'estraneità del dottor Schiro a qualsivoglia ipotesi delittuosa è chiaramente comprovata dalle approfondite indagini che sono state svolte dagli organi inquirenti, come sostenuto del resto dallo stesso pubblico ministero che ha concluso chiedendo l'assoluzione, richiesta alla quale si è associata pure la parte civile costituita Provincia di Trento: sono fiducioso che il dottor Schiro otterrà giustizia in appello».
Intanto il giorno prima il Consiglio di Stato aveva il bocciato ricorso presentato dalla Guerrato contro la determinazione della Provincia di Trento che il 9 giugno del 2022 aveva disposto di non approvare il progetto per il Not e di non procedere alla stipula del contratto per "criticità ed inadeguatezze di natura tecnica, funzionale ed organizzativa".

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