Occupazione, erogate 1.736 casse integrazione. Timori per un autunno caldo

Mercoledì 17 Giugno 2020 di Francesco Campi
ROVIGO «Con il blocco dei licenziamenti fino al 17 agosto e la cassa integrazione, la situazione occupazionale complessiva è rimasta sostanzialmente cristallizzata, a parte i cali già pesanti che si sono registrati a causa del lockdown. Temo che l’onda in Polesine, come del resto un po’ ovunque, arriverà a settembre: per questo dovremo farci trovare pronti, con misure straordinarie e flessibilità nuove, positive».
AUTUNNO DIFFICILE
A preannunciare un “autunno caldo” sul fronte del lavoro è il segretario della Cisl Samuel Scavazzin (nella foto), che sottolinea come, «per il momento le aziende in provincia di Rovigo stanno tirando avanti con grandi sforzi, non tutte sono ancora tornate a pieno regime, anche alcune realtà importanti sono al 50%, perché il vero problema in questo momento non è solo la ripartenza, anche perché molte non si sono mai fermate o si sono fermate per pochi giorni, quanto una situazione internazionale che blocca i mercati, quindi sia lo sbocco commerciale dei prodotti finiti, che l’acquisto di materie prime o semilavorati».
BLOCCO DEI LICENZIAMENTI
Una situazione di incertezza che, secondo il segretario della Cisl, potrebbe deflagrare proprio dopo il 16 agosto, quando scadranno i 60 giorni previsti dal decreto del 17 marzo, il cosiddetto “Cura Italia”, di sospensione delle procedure di licenziamento, comprese quelle per “giustificato motivo oggettivo”, cioè per motivi organizzativi o economici del datore di lavoro. Per questo, spiega «sarebbe auspicabile una proroga, anche se il divieto di licenziamento porta con sé altre problematiche e, in particolare, quella dell’aumento del rischio di fallimenti, quindi di perdite indiscriminate di posti di lavoro. Quello che è indubbio che debba essere prorogato e, soprattutto, finanziato e migliorato perché le erogazioni sono state in molti casi tardive, è la possibilità per le aziende di fare ricorso alla Cassa integrazione. Soprattutto, se dovesse essere prorogato il blocco dei licenziamenti, ma non la Cassa, si potrebbe produrre una situazione esplosiva».
CASSA INTEGRAZIONE
L’Inps Veneto ha diffuso i dati relativi alla Cassa integrazione in deroga aggiornati all’8 giugno scorso. In tutta la regione, su un totale di 41.754 richieste pervenute, ne sono state autorizzate 40.735, mentre 801 pratiche sono state rese alla Regione e 218 restano sospese, perché, per esempio, manca parte della documentazione o ci sono errori di compilazione. A Rovigo sono state autorizzate 1.736 richieste su 1.799 pervenute. Solo Belluno ha avuto un volume inferiore, 1.354 su 1.368, mentre la provincia con i numeri maggiori è Venezia con 8.535 su 8.823, seguita da Padova con 7.895 su 8.053, Verona con 7.776 su 8.028, Treviso con 6.764 su 6.893 e Vicenza con 6.675 su 6.790. Dal punto di vista occupazionale, invece, Veneto Lavoro sottolinea come il saldo trimestrale risulti positivo, come sempre a inizio anno, ma per appena 20.200 posizioni lavorative, un terzo rispetto agli analoghi periodi degli anni precedenti. Effetto del crollo delle assunzioni, -17,6% rispetto al primo trimestre 2019, effetto delle misure emergenziali di chiusura. Il divieto di licenziamento e l’estensione della cassa integrazione hanno invece limitato il numero delle cessazioni -2,3%, con un connesso calo della disoccupazione.
I LICENZIAMENTI
Dal punto di vista dei posti di lavoro dipendente nel settore privato, dal 23 febbraio al 3 maggio, il saldo fra assunzioni e cessazioni in Polesine è stato di -558. Un dato che in sé appare una perdita quasi contenuta ma, tuttavia, se raffrontato al 2019 attesta il momento di estrema crisi, perché un anno fa il saldo dello stesso periodo era stato di +1.113.
VERTICE IN PREFETTURA
La differenza, quindi, è pari a ben -1.671 posti di lavoro. Oggi, intanto, i rappresentanti delle sigle sindacali sono stai convocati dal prefetto per un incontro di verifica sulla situazione delle misure di prevenzione del contagio sui luoghi di lavoro e dell’applicazione di quanto previsto dallo specifico protocollo. «La situazione – spiega Scavazzin – è tutto sommato buona, anche dai controlli dello Spisal non sono emerse criticità, ma ci sono aspetti che devono essere chiariti e sono importanti il confronto e la regia del prefetto».
 
Ultimo aggiornamento: 3 Marzo, 11:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci