Emozioni con i capolavori di Mogol: l'autore racconta i brani di Battisti, Celentano e dei tanti big

L’autore di capolavori della musica ha conquistato il centro di Lendinara raccontando come sono nati i brani per Battisti, Celentano e gli altri big italiani

Sabato 9 Settembre 2023 di Ilaria Bellucco
Mogol racconta Mogol a Lendinara

LENDINARA - È stata una serata di emozioni quella in cui Mogol ha fatto cantare la piazza di Lendinara, raccontando la sua musica e parlando di vita a un migliaio di spettatori incantati dall’energia che il poeta della musica italiana sa trasmettere.
Lo spettacolo “Mogol racconta Mogol”, in cui il grande autore ha presentato al pubblico racconti e aneddoti alternati alle canzoni eseguite da Monia Angeli alla voce, Stefano Nanni al pianoforte e Riccardo Cesari alla chitarra, è stato l’evento clou del Settembre Lendinarese, voluto dal Comune di Lendinara e dalla Pro loco per raccogliere fondi che saranno devoluti alla Città della Speranza. Notevoli le rappresentanze istituzionali presenti, tra cui il Prefetto Clemente Di Nuzzo e il presidente della Provincia Enrico Ferrarese, che insieme al sindaco Luigi Viaro hanno scattato una foto ricordo con l’autore prima che salisse sul palco. Una serata senz’altro attesa, andata oltre le aspettative per il grande feeling che il più grande paroliere della musica italiana ha saputo fin da subito instaurare col pubblico e alla bravura degli artisti sul palcoscenico con lui.
 

MAI CAPITATO
«Non era mai capitato che il pubblico cantasse subito, senza neanche essere incitato», ha detto Mogol rivolgendo un plauso a chi lo ascoltava. Mogol ha presentato di volta in volta le canzoni scritte da lui, soprattutto quelle interpretate da Lucio Battisti ma non solo, che fin da subito la piazza ha intonato con grande partecipazione.
Così il pubblico ha scoperto come il maestro sia stato colto dall’ispirazione per creare “Emozioni” proprio quando era in partenza per il Piemonte per far visita ai parenti. «Mia moglie mi venne a chiamare, i bambini erano già seduti in macchina. Per due ore e mezza ho ripetuto tutto mentre guidavo per paura di dimenticare, una volta arrivato sono corso a scrivere», ha raccontato.
Il maestro ha rivelato poi al pubblico quelli che, dopo aver parlato anche con un sacerdote, ha interpretato come segnali dall’aldilà per una serie di incredibili circostanze e coincidenze relativi in particolare alla nascita della canzone “L’arcobaleno”, interpretata da Adriano Celentano.
 

L’ARCOBALENO
«Negli stessi giorni due persone diverse, una sedicente medium e il direttore di una rivista che non si conoscevano neppure, mi hanno portato lo stesso messaggio che parlava di Lucio Battisti e di un arcobaleno, dicendomi che avrei dovuto scrivere una canzone. Non sapevo cosa fare – ha spiegato – Parlando con Celentano e Gianni Bella ho rilevato che io scrivo il testo dopo la musica e non avevo mai sentito una canzone col sound dell’aldilà. Bella mi fa ascoltare una cassetta con una canzone appena scritta da lui, io poi ho dettato il testo mentre ero in auto nel giro di soli 15 minuti, da Milano nord a Lodi. Non l’ho scritta io, mi è stata dettata. Sappiamo così poco sull’aldilà. Quel che vi racconto è tutto vero, preferirei morire piuttosto che mentirvi».
Mogol è stato maestro di musica ma anche di vita nel ricordare a tutti che «lo scopo della vita è aiutare gli altri», impegno che lui onora accogliendo da un anno due famiglie ucraine.

Sul finire dello spettacolo “La canzone del sole” ha visto sul palco col microfono in mano a fianco di Mogol persino il sindaco Viaro, con la piazza che cantava rendendo omaggio al poeta della musica italiana.

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