Rovigo. Lavoro, aumenta l'occupazione ma il Polesine resta fanalino di coda in Veneto

Si tratta dell'aumento più basso registrato nei primi sette mesi dell'anno dal 2020

Lunedì 28 Agosto 2023 di Francesco Campi
Lavoro

ROVIGO - Fra gennaio e luglio in Polesine il numero dei contratti di lavoro dipendente nel settore privato sono aumentati di oltre 4mila. Una buona notizia, quindi. Ma c'è un ma. Perché, in realtà, si tratta dell'aumento più basso registrato nei primi sette mesi dell'anno dal 2020, segnato dalla pandemia, il lockdown ed il blocco dei licenziamenti.

L'anno scorso, infatti, il saldo dei contratti fra quelli nuovi e quelli conclusi risultava in positivo di 4.117 unità. Poca roba, si dirà, guardando alla differenza di appena 44 posizioni lavorative.

Fanalino di coda

Tuttavia, il dato polesano è l'unico inferiore, seppur di poco, rispetto all'anno precedente fra le sette province venete, che crescono tutte rispetto al 2022. L'altro lato della medaglia sono gli ingressi in disoccupazione, calati dai 4.074 di un anno fa ai 3.918 di quest'anno, più vicini ai 3.825 del 2021. Andando a scomporre i dati che portano al saldo occupazionale totale, si può comunque notare come in Polesine le nuove assunzioni dei primi sette mesi del 2023, 18.931 in tutto, siano comunque cresciute, rispetto al 2021, perché il loro numero nei primi mesi dell'anno allora era stato 18.632, ma siano state invece nettamente inferiori al 2022, quando erano state invece 19.488, ovvero oltre mezzo migliaio in più di quest'anno. Questo significa, quindi, che sono diminuite anche le cessazioni, ovvero i contratti che sono terminati, passati infatti dalle 15.371 di un anno fa alle 14.858 di quest'anno. Un dato che, solo tendenzialmente perché molte sarebbero le variabili da andare a considerare, potrebbe anche portare a considerare che ci sia stata una maggiore stabilità.

Mobilità

Una lettura diversa arriva però all'assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan, che sottolinea come «pur rimanendo positivo il trend occupazionale da inizio anno, a luglio, nonostante le assunzioni stagionali, vi è stata una leggera flessione della domanda di lavoro e la contestuale riduzione delle cessazioni. Ciò fa ipotizzare una progressiva diminuzione della mobilità complessiva del nostro mercato del lavoro, che è stata particolarmente intensa nel periodo dopo la pandemia e che si sta ridimensionando». Guardando al singolo mese di luglio, il numero delle nuove assunzioni in Polesine, che erano state 2.801 nel 2021 e 2.678 nel 2022, sono state 2.627 nel 2023. Tuttavia, la flessione delle assunzioni rispetto al 2022, pari al -1,9%, è minore rispetto alla media regionale, pari al -2,4%. Comunque, per la naturale turnazione dei contratti, il saldo finale di luglio si attesta a quota 11 contratti in più. Se possono apparire pochi, la differenza rispetto al luglio 2022 è invece consistente, perché allora il bilancio era stato negativo di 73 posizioni lavorative, quindi guardando solo al singolo mese, rispetto ad un anno fa il saldo è in positivo di 84 contratti in più. Fa storia a sé il luglio del 2021, quando il saldo mensile fu di ben 232 posizioni lavorative in più, ma si trattava sempre delle variazioni che risentivano degli effetti della pandemia.

Turismo trainante

In ogni caso, come nota l'assessore Donazzan, le cautele, soprattutto in chiave futura, a livello complessivo, devono essere massime: «A fronte di una quasi cronica carenza di personale, la stagione turistica ha permesso di mantenere buoni livelli occupazionali anche nel mese scorso, nell'industria invece il problema sembra incidere molto insieme ad altri elementi congiunturali non particolarmente favorevoli. Attendiamo i mesi autunnali per capire in quale direzione andrà il nostro mercato del lavoro». 

Ultimo aggiornamento: 29 Agosto, 08:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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