Risuona oggi l'ultima chiamata per il futuro del Pronto soccorso in Veneto. Scade infatti alle 18 il termine per la partecipazione al concorso, bandito da Azienda Zero, per l'assunzione a tempo indeterminato di 154 medici per la disciplina di Emergenza-urgenza: «È l'ora di te», lancia l'appello via social l'assessore regionale Manuela Lanzarin, rivolgendosi idealmente a un camice bianco che senta la responsabilità di contribuire a coprire la carenza, calcolata ancora tre mesi fa in 229 buchi in organico. Il rischio però è che gli specialisti preferiscano l'ingaggio a gettone, alimentando così un fenomeno che anche in altri reparti appare sempre più fuori controllo.
«Faccio il medico da 35 anni e sono passato da santo a drago con le fauci fiammeggianti»
Medici e infermieri a gettone
Sia chiaro: gli affidamenti alle imprese esterne rientrano pienamente nel perimetro della normativa.
Le trattative
A volte, però, succede che quel tetto si trasformi in un boomerang. È accaduto sempre in Polesine, in questo caso per l'assistenza medica pediatrica negli ospedali di Rovigo e di Adria. Dalla fine del 2021 la fornitura è di Pediacoop, al prezzo di 45 euro per la prestazione nei Punti nascita e nei reparti di degenza, mentre per il servizio in ambulatorio e per la consulenza in Pronto soccorso il listino oscilla fra 34,99 e 69 euro a seconda della bassa o alta intensità. Dal momento che persiste una «nota gravissima difficoltà di reperimento» degli specialisti, l'Ulss 5 ha chiesto alla cooperativa di continuare per un altro anno «alle medesime condizioni», ma l'impresa si è resa disponibile solo per 100 euro all'ora, in quanto «il mercato impone di rivedere i compensi anche per i servizi di pediatria». Risultato: l'azienda sanitaria ha ottenuto soltanto tre mesi di proroga tecnica alle vecchie tariffe, dopodiché avvierà la nuova procedura di selezione con la base d'asta più alta. Di trattative simili la dg Patrizia Simionato ha dovuto dare conto nelle sue delibere pure per altri reparti. Ad esempio per un'ora nell'Anestesia rianimazione di Adria, la ditta Cmp chiedeva 130 euro e l'Ulss 5 invece 100, finché è stato raggiunto un compromesso per 115. Soldi che, va detto, chiaramente non finiscono interamente in tasca al singolo medico, trattandosi di un importo lordo in regime di libera professione. Ma tant'è.
Gli stipendi
A fronte di questo scenario, il concorso in scadenza oggi pomeriggio prefigura la garanzia del posto fisso, però con una paga nettamente inferiore, secondo quanto prevede il contratto nazionale di lavoro.
Lo dice Giovanni Leoni, segretario veneto del sindacato Cimo-Fesmed. Il confronto sull'importo orario lordo è emblematico: 39 euro, anziché i 100 dei gettonisti, per quanto questi ultimi non abbiano il riconoscimento di ferie, malattia e contributi previdenziali. La riflessione di Leoni è amara: «Su queste basi il mercato libero detterà legge. Ma qui si parla del Sistema sanitario nazionale, non di un prodotto di consumo».