Licenziamento collettivo per 60 lavoratori della Cultiva a Taglio di Po: «Sapevamo delle difficoltà ma chi se lo aspettava?». Primo sciopero della storia

Martedì 13 Giugno 2023 di Giannino Dian
Il presidio di lavoratori e sindacati alla Cultiva di Taglio di Po

TAGLIO DI PO (ROVIGO) - Per la prima volta della sua ventennale storia, sciopero all’azienda agroalimentare “Cultiva” di Taglio di Po. Lunedì una parte dei circa 60 dipendenti (22 fissi, 15 impiegati, i restanti stagionali) hanno incrociato le braccia con il sostegno dei tre sindacati confederali di categoria della Cgil, Cisl e Uil per protestare “nell’ultimo giorno di lavoro della IV Gamma”, che significa la preparazione, il lavaggio e l’imbustamento delle verdure destinate ai mercati europei. Presenti alla postazione davanti ai cancelli dell’azienda, in via San Basilio, sin dalle prime ore del mattino, gli addetti e i rappresentanti sindacali. In tarda mattinata, in segno di solidarietà con i lavoratori, sono giunti anche due consiglieri del gruppo di minoranza, il capogruppo Davide Marangoni e Bruno Girotti. È passato pure il comandante della stazione dei carabinieri, l.ten. Giuseppe Attisani ma solo per constatare che si trattava di una “pacifica dimostrazione a tutela del posto di lavoro”. La manifestazione è stata seguita anche da Rai 3; sono stati intervistati diversi dipendenti e i rappresentanti sindacali, che hanno espresso tutta la loro preoccupazione per la perdita di posti di lavoro.

COLPO AL CUORE 
L’azienda, con il suo direttore, Davide Bonaldo, venerdì, aveva comunicato ai dipendenti, la cessazione dell’attività e il licenziamento dei circa 60 addetti, prevalentemente donne con contratto stagionale. È stato un colpo al cuore alla già precaria e fragile occupazione a Taglio di Po e nei paesi vicini. Pare pure che non vi sia stato nessun contatto con l’Amministrazione comunale che - si afferma - “non sapeva nulla”. Dell’azienda resterà in attività solamente la I Gamma (produzione in serra e in campo di verdure che partiranno poi per altrui stabilimenti della provincia di Bergamo) nella quale trovano occupazione una decina di persone. Allo sciopero hanno una quindicina di dipendenti: tutti gli altri si sono presentati al lavoro aderendo ad una richiesta dell’azienda che doveva rispettare i contratti in atto per la fornitura delle confezioni di verdure già pronte (3.500 chilogrammi equivalenti a circa 20mila buste). «Si sapeva che l’azienda, da circa due anni, per la crisi economica, per l’aumento dei costi energetici e per la pandemia, aveva dei problemi – hanno detto i tre rappresentanti sindacali, Mauro Baldi, segretario di zona della Cgil, Stefano Laurenti, segretario provinciale di categoria della Cisl, e Florindo Chiodera delegato da Mirco Cavallini di rappresentare la Uil di Rovigo - ma che arrivasse alla chiusura licenziando 60 persone, senza preavviso, e senza tentare di trovare una qualsiasi soluzione, non se l’aspettava davvero nessuno. È vero che sono stati visti degli spostamenti di materiali dell’azienda, ed è altrettanto vero che si parlava di una possibile entrata di una nuova figura (un partner all’interno dell’azienda, ndr.), peraltro mai vista, e tutto ci aveva allarmati».

APPELLO ALLA REGIONE 
«Si tratta di una ditta che - proseguono i sindacati - anche per merito dei dipendenti che hanno sempre dato il cuore, è cresciuta esponenzialmente tanto da passare da una struttura quasi familiare ad una azienda a responsabilità limitata, con una filiale attorno a Roma e un’azienda persino in Florida (Usa) dove solitamente opera il figlio del titolare Sesillo Boscolo, Federico. Il dramma è che per la maggior parte dei dipendenti, che sono stagionali del settore agricolo, non vi sono ammortizzatori sociali e ora non sappiamo come tante famiglie - in azienda spesso lavoravano padre e madre - potranno andare avanti senza uno stipendio. Noi chiederemo alla Regione l’apertura di un tavolo per la richiesta dello stato di crisi».
 

LICENZIAMENTO COLLETTIVO
Verso mezzogiorno il direttore del personale della “Cultiva” si è presentato ai cancelli comunicando che “l’azienda aprirà la procedura di licenziamento collettivo” per cui i dipendenti licenziati potranno usufruire degli ammortizzatori sociali previsti dalle leggi. 
 

Ultimo aggiornamento: 10:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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