Il corpo ritrovato a Ravenna è quello di Ersilio Gallimberti

Mercoledì 31 Ottobre 2018 di Guido Fraccon
Ersilio Gallimberti era scomparso il 23 settembre
ADRIA - La notizia è rimbalzata come un fulmine a ciel sereno nel tardo pomeriggio in città. Il corpo senza nome, in avanzato stato di decomposizione, ritrovato il 18 ottobre scorso nelle Valli a nord del Lamone, tra Ravenna e Ferrara, a Casalborsetti, è quello di Ersilio Gallimberti, il 48enne imprenditore adriese di cui si sono perse le tracce dal 23 settembre.
 
Quel giorno di fine settembre Gallimberti aveva lasciato la sua abitazione di via Pignara, annunciando ai genitori, al padre Dario ed alla madre Lina, la sua intenzione di partire per un viaggio d’affari in Polonia.
Da allora non aveva più fornito sue notizie, gettando nello sconforto la famiglia che comunque non ne aveva mai denunciato la scomparsa. Vani erano stati i tentativi dei genitori di mettersi in contatto con lui telefonicamente. Secondo fonti vicine ai coniugi Gallimberti, i familiari avevano già confidato a qualche amico che quel cadavere in avanzato stato di decomposizione al 90% fosse quello del figlio. Ieri in tarda serata è arrivata l’ufficialità anche da parte degli inquirenti romagnoli.
Sul corpo non è stata trovata alcuna traccia di violenza. Viene esclusa pertanto la pista dell’omicidio. Un malore o altro le possibili cause del decesso. Oltre ai genitori, Gallimberti lascia anche il fratello Antonio, alias Marco Galli noto disc jockey. Era stato proprio Antonio Gallimberti, dopo il ritrovamento dell’auto del fratello a Ravenna, una Renault, in un luogo non molto distante dal posto dove è stato trovato il 18 settembre il cadavere senza identità, a sottoporsi alla prova del Dna. Quel corpo era stato notato da un escursionista che stava passeggiando nella pineta. L’uomo, resosi conto che si trattava di un cadavere, aveva subito allertato i carabinieri che avevano iniziato le indagini coordinate dal pubblico ministero Daniele Barberini.
Cadono purtroppo cosi tutte le piste che propendevano per una fuga all’estero del classe 1970 che si definiva imprenditore e consulente estero, specializzato nel settore immobiliare, “pronto a fornire aiuto i suoi connazionali che desideravano investire, sia a livello aziendale sia a livello privato, in Repubblica Ceca ed in Slovacchia”. Gallimberti si dipingeva infatti come un facilitatore, una guida per gli affari. A lui inoltre i confini italiani sono sempre andati stretti, come narrava lui stesso sulle sue pagine social. In questi anni aveva battuto i mercati dell’Est Europa. «Feci grandi affari con la Polonia, poi come tutte le cose, prima o dopo finiscono, e ultimamente mi sono fermato vicino a casa» raccontava. Secondo la sua testimonianza avrebbe varcato i confini dell’Est Europa nel 1991 per la prima volta per recarsi in Polonia dove acquistava cristallerie lavorate a mano. Poi il mercato del cristallo si è ridimensionato e Gallimberti decise di stabilirsi in Repubblica Ceca, paese da lui dipinto come una specie di paradiso.
Fino all’ultimo la speranza di rivederlo ritornare a casa, dopo aver staccato la spina per un periodo, era forte tra i suoi amici del bar Sottoscala di corso Mazzini, tanto che il suo caso era stato paragonato a quello di Gabriele Andriotto, l’ex bancario fuggito da Adria e ritrovato dopo mesi a vivere da eremita in Puglia. Gallimberti infatti stimava molto Andriotto. «Non ci credo ancora.Questo è solo l’ennesimo scherzo di quel burlone di Ersilio» commenta un amico che preferisce mantenere l’anonimato. Gallimberti era cugino della nota regista polesana Anita Gallimberti.
Ultimo aggiornamento: 09:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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