Ad Ariano palasport pieno per l'ultima partita di Matteo, stroncato a 18 anni. Per lui un rap e uno striscione: «Rimarrai sempre il più forte»

Domenica 14 Gennaio 2024 di Anna Nani
Uno degli striscioni dedicati a Matteo Bucci

ARIANO NEL POLESINE - Per l’ultimo saluto a Matteo Bucci il Palasport di Ariano era pieno come San Siro per le partite più importanti del suo amato Milan. Lacrime e sorrisi si sono alternati durante l’addio al diciottenne spentosi mercoledì a causa del terribile male che in 3 anni se lo è portato via. Tanta gente, soprattutto giovani: i compagni di scuola dell’istituto alberghiero Cipriani dove frequentava la quinta, i compagni di squadra dell’Arianese tutti in divisa, che gli hanno dedicato uno striscione che rimarrà appeso al Comunale del capoluogo come simbolo dell’amicizia incrollabile con gli amici di una vita con cui guardava le partite e si divertiva. Tante persone che si sono strette attorno alla sua famiglia: i genitori Elisabeth Merli e Stefano Bucci, presidente del consiglio locale, il fratello maggiore Anthony, i nonni e tutti i parenti.

TRE SOGNI PER MATTEO

Il parroco don Gabriele Fantinati ha descritto i tre sogni di Matteo: «Il primo la famiglia, era così legato ai genitori che penso ne volesse una. Matteo era innamorato del calcio e del Milan per cui l’altro sogno era sicuramente fare il portiere, tanto che i suoi guantoni lo accompagneranno. L’ultimo desiderio, forse nato negli ultimi anni di scuola superiore, era quello di aprire un panificio e fare il pane. Chissà se da qualche parte nascerà un forno di Matteo». Al termine della liturgia i primi a parlare sono stati i genitori che hanno voluto ringraziare quanti sono stati presenti per poi rivolgersi al figlio: «La tua presenza è stata un dono prezioso per tutti, non basterebbe un libro a raccontarti. Hai sempre vissuto con curiosità e senza timore, non ti sei mai fatto intimorire neanche quando negli ultimi tre anni la vita ti ha messo di fronte alla sfida più grande. Chissà che paura avevi e quante domande, ma non ci hai mai fatto pesare nulla sulle spalle e hai combattuto fino alla fine, riempiendo le nostre vite di amore puro. Anche se eri diventato il nostro gigante buono, per me rimarrai sempre il mio cucciolino: vola alto Matteo».
Nel suo intervento la sindaca Luisa Beltrame ha detto: «Sopravvivere a un figlio è la prova più tremenda per un genitore» e, citando Papa Giovanni Paolo II, «Non abbiate paura: Matteo ci ha dato un importante messaggio di amore per la vita ed esempio per i giovani di prendere in mano la propria vita e farne un capolavoro».

I MESSAGGI DI CORDOGLIO

A manifestare vicinanza anche Lilli Zangirolami per l’Auser Adriani: «A noi come comunità rimane l’immagine di chi ha combattuto fino alla fine, il sorriso di un ragazzo che ha preso la vita a morsi gustandola fino in fondo», e Mara Santarato per la Pro Loco, «Sei la nostra meravigliosa onda d’urto».
A leggere il messaggio per l’Arianese calcio è stata l’assessora Martina Boscolo: «Grazie del tempo trascorso con noi, ringrazia mamma e papà che ti hanno accompagnato senza essere mai ingombranti. Quando non hai più potuto giocare hai seguito la squadra in panchina. Ci lasci un’eredità importante quella di diventare persone migliori». A ricordare Matteo sono stati poi i cugini, i docenti e i compagni di classe del Cipriani, nonché gli amici che si sono alternati raccontando aneddoti con protagonista il ragazzo: un uragano di bontà e simpatia capace di farsi perdonare qualsiasi cosa con un semplice sorriso. Prima dell’uscita del feretro spazio anche per un brano rap scritto da un amico e la proiezione di un video con le sue foto: 18 anni per sempre, Matteo l’indimenticabile Bucci.
 

Ultimo aggiornamento: 08:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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