Altro salasso per le casse comunali a causa dei "derivati": contenzioso con la banca

Martedì 4 Ottobre 2022 di Elisa Barion
Per i "derivati" il Comune è in causa con la banca da anni

ROVIGO - Proprio come accade per la Provincia, anche il Comune di Rovigo è costretto a fare i conti con le conseguenze dei contratti cosiddetti “derivati”. Conti che significano mettere mano al portafogli e sborsare, prelevandoli dalle casse municipali, svariate migliaia di euro all’anno per coprire il flusso differenziale di tali contratti. E così, come attesta una determina pubblicata all’Albo pretorio, per il solo secondo semestre del 2022, Palazzo Nodari si trova a dover corrispondere a Intesa San Paolo la ragguardevole somma di 135.311,19 euro. Un esborso che il Comune ha già messo in conto vista l’email che l’istituto di credito ha inviato lo scorso 12 settembre. E visto anche che nel bilancio comunale è inserito il capitolo dedicato proprio a questa spesa “Interessi passivi per operazioni in derivati” denominato “Flussi periodici netti in uscita”. Insomma, il Comune paga la rata da oltre 135mila euro «a titolo di flusso differenziale dovuto dal Comune» nell’ambito «del contratto di interest rate swap sottoscritto in data 30/05/2007».

GRANDE RISERBO

Peccato che tutti questi soldi il Comune potrebbe utilizzarli per servizi ed opere utili ai cittadini, soprattutto in questo periodo, in cui il rincaro del prezzo dell’energia grava pesantemente sulle tasche di famiglie ed aziende. Il sindaco Edoardo Gaffeo sulla questione preferisce non sbilanciarsi e si limita a tratteggiare il quadro della situazione entro la quale si sta muovendo l’amministrazione: «È una cosa che si trascina dal 2007 con un contenzioso che va avanti da anni. Il consiglio comunale, all’epoca Amministrazione Bergamin, aveva pure dato incarico ad una società diseguire la cosa». Alle ulteriori domande su questo punto, Gaffeo taglia corto: «Siamo in contenzioso, non posso sbilanciarmi». Ad ogni modo, è chiaro che il Comune tutti quei soldi punta a tenerseli per utilizzarli a beneficio dei rodigini, anche se, esattamente, non è chiaro quanti siano. Per questo è stato aperto un contenzioso tutt’ora in corso.

«CONTRATTI ILLEGITTIMI»

L'Amministrazione, all’epoca di Massimo Bergamin sindaco, si rivolse alla società di ingegneria finanziaria milanese Martingale risk che, in un comunicato dell’11 ottobre 2017, spiegava: «Nel 2015 il Comune di Rovigo ha deciso di affidarsi a Martingale Risk per controllare la correttezza dei derivati perché, fin dai primi anni, i contratti hanno generato perdite pesanti per le casse dell’amministrazione comunale, causando condizioni contrattuali complessivamente sbilanciate per circa un milione di euro in favore della banca. La relazione elaborata dai periti di Martingale Risk ha da subito evidenziato numerose illegittimità legate alla stipulazione di tali contratti, in quanto non aventi l’obiettivo di coprire l’Ente locale dal rischio di rialzo dei tassi. Anzi tali derivati presentavano condizioni via via sempre più penalizzanti per il Comune, avendo una struttura tale per cui, nell’ipotesi di rialzo del tasso variabile, il Comune avrebbe pagato cedole negative, in netto contrasto con la stessa finalità di copertura. Inoltre, i contratti presentavano un evidente squilibrio finanziario. Infatti gli scenari in cui il Comune percepiva cedole positive erano assai limitati rispetto a quelli in cui lo stesso si trovava a pagare flussi negativi. Così facendo, la banca si è procurata un ingiusto profitto finora pari a oltre 900mila euro». Da allora sono passati quasi 5 anni e le cose sono cambiate. Una su tutte: il 12 maggio 2020 una sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni unite ha stabilito che buona parte dei contratti derivati potrebbero essere nulli. Non a caso, nel 2014 il Governo li ha vietati ma la partita, per gli enti sottoscrittori non è ancora finita. Nel caso di Rovigo la data di scadenza è il 31 dicembre 2025.
 

Ultimo aggiornamento: 10:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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