Rovigo. Evasione fiscale, il Polesine non incassa. È ultimo fra i capoluoghi veneti

Nella compartecipazione al contrasto del fenomeno è sempre a zero

Giovedì 30 Novembre 2023 di Francesco Campi
La sede dell'Agenzia delle Entrate di Rovigo

ROVIGO - Una miniera da cui ancora non si riesce ad attingere risorse che potrebbero essere preziose per le comunità locali. Risorse che qualcuno si intasca evadendo le tasse e che potrebbero tornare direttamente ai Comuni come prevede la norma sulla compartecipazione al contrasto all’evasione fiscale. Quest’anno, con l’erogazione del contributo ai Comuni per la partecipazione all’attività di accertamento fiscale per l’anno 2022, il Polesine brilla infatti per la sua assenza. Vero è che, anche in passato, non ha mai portato a casa risultati di rilievo. E, purtroppo, ancor più vero è che dagli 1,1 milioni del primo anno, il 2010, ai 21 milioni di record del 2014, questa voce è crollata a livello generale, tanto che i contributi di quest’anno a tutti i Comuni italiani sono stati appena 3 milioni.

Va però sottolineato anche che il premio ai comuni, originariamente al 30%, nel 2011 portato al 50% e dal 2012 al 2021 al 100%, e con dal 2022 è stato riportato al 50% della somma recuperata. Un incentivo che, stranamente, si è scelto di tagliare. 


LA FOTOGRAFIA 
Come emerge da un’elaborazione del Servizio Lavoro, Coesione e Territorio della Uil, «dal 2010, anno in cui fu introdotta la norma della compartecipazione al contrasto all’evasione fiscale, i Comuni sono stati premiati con 133 milioni frutto di 124.484 segnalazioni “qualificate” all’Agenzia delle Entrate». Ma l’andamento, come detto, non è stato lineare e, se nel 2018 il valore totale di quanto incassato dai Comuni è sceso a 11,4 milioni, nel 2019 è crollato a 7,8 per poi attestarsi sia nel 2020 che nel 2021 a 6,5 milioni. Ora, l’ultimo drastico calo. 
A livello Veneto, nota la Cgia di Mestre, «dalla lotta all’evasione fiscale, nel 2022 dai Comuni veneti sono stati recuperati 184.602 euro e nel 2023 lo Stato ha erogato 92.301 euro alle 18 amministrazioni comunali della regione quale contributo per la loro partecipazione all’attività di accertamento fiscale. Il Comune veneto più “virtuoso” è stato Jesolo che ha ricevuto 21.526 euro, seguono Verona con 21.342, Venezia con 12.926, Schio con 7.693 e Fumane con 5.990». Poi, ancora, Noventa Padovana con 5.369, Caldogno con 4.441, Padova con 4.416, Negrar di Valpolicella con 3.616, Vicenza con 2.849.
Gli altri otto Comuni sono tutti sotto i mille euro. Il Polesine? Zero. Nel tempo qualche eccezione c’è stata. È il caso, in particolare, di Lendinara, che seppur nell’ultimo anno sia rimasta a secco, nel 2022 aveva incassato 570 euro, 621 nel 2021 e 622 nel 2020. Una luce nel buio. Anche nel 2018 era stato l’unico Comune polesano attivo su questo fronte, incassando 613 euro, mentre nel 2017 aveva ottenuto 896 euro, insieme a Rosolina, con 300 euro, e nel 2015 sempre Lendinara si era assicurata un contributo di 991 euro, unica in Polesine, mentre nel 2014 aveva incassato 1.014 euro, in compagnia del Comune di Villadose che aveva ottenuto 1.125 euro.


CONTROLLO FISCALE
Gli altri, a cominciare dal capoluogo, su questo fronte non sembrano aver mosso un dito: Rovigo, nonostante l’apposito patto per la partecipazione all’attività di controllo fiscale, siglato da Palazzo Nodari il 18 settembre del 2012 fra l’allora assessore al Bilancio Stefano Bellinazzi e il direttore dell’Agenzia delle Entrate del Veneto Giovanni Achille Sanzò, resta l’ultimo fra i sette capoluoghi veneti, con lo zero nella casella delle entrate sulla lotta all’evasione. Come spiega il sindaco di Porto Tolle Roberto Pizzoli, però, «quello delle segnalazioni qualificate non è un meccanismo semplice, non bastano generici sospetti ma bisogna circostanziare tutto e, i Comuni, specie quelli meno grandi, non hanno molti elementi disponibili e, soprattutto, personale sufficiente in numero e formazione per svolgere simili attività fiscali, già è difficile recuperare l’evasione dei tributi locali». Una segnalazione può, per esempio essere fatta nei confronti di chi abbia residenze fittizie all’estero, abbia partecipato ad abusi edilizi o risulti sprovvisto di partita Iva pur svolgendo attività d’impresa. E non è detto che in Polesine siano poi davvero numerosi casi di questo tipo.

Ultimo aggiornamento: 08:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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