Il Corso a senso unico piace al commercianti che chiedono una sperimentazione

Domenica 17 Maggio 2020 di Roberta Merlin
Corso del Popolo a Rovigo
ROVIGO - Il Corso a senso unico? «Potrebbe essere una buona idea, ma prima facciamo una prova limitata all’estate». Gli esercenti del centro hanno accolto positivamente la proposta del sindaco Edoardo Gaffeo di ridurre il traffico lungo l’arteria principale della città per fare spazio ai plateatici di bar e locali pubblici e a una pista ciclopedonale. «Potrebbe essere un’ottima soluzione – spiega Massimo Ferraresi, del bar Dal Moro - In questo modo avrei la possibilità di aggiungere qualche tavolino in più e garantire la distanza di sicurezza tra i clienti». Non chiudere completamente al traffico il Corso, secondo quanto spiega Fabrizio Conforto dell’osteria Ai Trani, potrebbe essere la soluzione per mettere d’accordo tutti. «È un buon compromesso – osserva il ristoratore di via Cavour -, visto che siamo di fronte ad un’estate “eccezionale”: potremmo fare questa prova, se però i risultati non saranno quelli sperati, l’importante è avere la possibilità a settembre di tornare al doppio senso».
Più scettico Nicola Belloni, pronto a riaprire il suo locale di via X Luglio in una nuova veste e con un nuovo nome, “La Tappa”, che proporrà un menu più alla mano, «un po’ per tutte le tasche», spiega il ristoratore che ha deciso di specializzarsi in tapas anche da asporto. «Il Corso a senso unico non mi convince – spiega Belloni - Potrebbe crearsi una situazione caotica dal punto di vista della viabilità. Serve un piano che rivoluzioni anche il traffico delle vie adiacenti: i cittadini non devono trovare difficoltà a raggiungere il cuore della città, a pagarne le spese potrebbero essere infatti proprio i commercianti e gli esercenti». «Propongo una prova per il periodo estivo – aggiunge il ristoratore - Dopo una valutazione di costi e benefici, si potrà pensare se è il caso di adottare la soluzione del Corso a senso unico in modo definitivo o tornare alla precedente viabilità».
OK ALLA SPERIMENTAZIONE
«Possiamo provarci - è il parere di Massimiliano Salvan della “Casa del pollo” in via Ponte Roda - Non chiuderlo completamente potrebbe essere un’alternativa che mette d’accordo tutti». Promuove a pieni voti il Corso semi-pedonale anche Roberta Bolzoni, dell’omonima galleria. «Io sono a favore di una città a misura di pedoni – spiega l’arredatrice -, ma per fare ciò non basta chiudere una strada. Serve un piano del traffico che riorganizzi la viabilità e l’accesso al centro in modo da non creare disagi ai cittadini e ai commercianti. La soluzione proposta dal sindaco, se attuata con un giusto approccio complessivo, potrebbe essere la svolta di cui la città necessita, in particolare in questo momento». «Noi commercianti ci sentiamo spesso con il sindaco – fa sapere Bolzoni –, abbiamo fatto diverse videoconferenza in questo periodo, confrontandoci sulle varie soluzioni per il commercio. Dalla collaborazione sono nate diverse idee che siamo riusciti a realizzare in pochi giorni, come i cartelli con i cuori e la scritta “Stiamo tornando”, gli adesivi per contingentare la clientela e tante altre idee che metteremo in campo nei prossimi giorni. Abbiamo anche proposto al sindaco almeno un numero limitato di parcheggi gratuiti a tempo, piccole iniziative che però possono dare una spinta importante al commercio del centro».
Anche Giacomo Sguotti del Corsopolitan, il locale che si trova proprio nel cuore del Corso, da sempre contrario alla chiusura della strada alle auto, ammette che la proposta di Gaffeo non è da scartare. «Ho sempre sostenuto con convinzione la necessità di mantenere aperta al traffico questa arteria - spiega Sguotti -, il rischio infatti di renderlo completamente pedonale è quella di ammazzare il commercio e i locali presenti. Limitarne il traffico potrebbe essere un giusto compromesso, non senza un periodo di prova. Non so infatti se levare i parcheggi presenti per fare spazio alla pista ciclopedonale si riveli controproducente per i negozi e le attività del centro. Se accadesse ciò, sarebbe dunque tutto da rifare".
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