Rovigo. Il Pd diserta l'aula e il sindaco si trova senza maggioranza: consiglio riconvocato

Venerdì 22 Dicembre 2023 di Elisa Barion
La sala consiliare

ROVIGO - Un consiglio importante, nel quale si discuteva del futuro urbanistico della città, in cui è venuto a mancare il numero legale. Perché usciti strategicamente quasi tutti i consiglieri di opposizione a eccezione di Marco Bonvento e Luca Andretto, quelli di maggioranza non erano in un numero sufficiente a permettere lo svolgimento dei lavori. E subito lo sguardo si posa sui banchi del Pd dove sedevano solo 3 consiglieri su 11, ovvero Graziano Azzalin, Elisa Pinato e Giovanni Punzo.

Troppo pochi per garantire il numero legale, nonostante negli altri due gruppi di maggioranza, il Forum dei cittadini e la Lista Gaffeo, le presenze fossero al completo. A nulla è valso il tentativo di far tornare al proprio posto i consiglieri usciti, con la sospensione di 15 minuti della seduta da parte di Federico Saccardin, ieri presidente dell'aula. Alla ripresa il numero legale non c'era e Saccardin non ha potuto fare altro che prenderne atto.

PRIMO TONFO

È la prima volta, nei quasi cinque anni di amministrazione Gaffeo, che si verifica un fatto simile. Nessuna conseguenza, comunque, a livello di delibere in attesa di approvazione: il consiglio, come previsto, si riunirà in seconda convocazione oggi alle 9, con la maggioranza che scende a un terzo dei consiglieri: bastano 11 presenti, senza contare il sindaco, a garantire il numero legale e i lavori si presume riprenderanno da dove sono stati interrotti per proseguire senza intoppi. Sul piano politico, invece, le considerazioni che vengono fatte a margine sono più d'una. Tanto più se si considera che i consiglieri assenti tra i banchi del Pd erano per lo più quelli vicini alla segreteria comunale del partito e alla presidente del consiglio Nadia Romeo, anche lei assente giustificata ieri pomeriggio, che da tempo sono in rotta di collisione con il sindaco Edoardo Gaffeo. Romeo, però, mette a tacere qualsiasi retroscena. «Sono fuori città per lavoro - afferma - oggi e domani (ieri e oggi per chi legge). Il sindaco lo sapeva prima che convocassi il consiglio, ma mi ha chiesto di convocarlo ugualmente». Le assenze tra i dem non sono state strategiche? «Non penso proprio - risponde - anche se ovviamente sul consumo di suolo c'è una posizione del Pd che è di coerenza con il mandato elettorale e le nostre idee. Però l'abbiamo espresso». Il consumo di suolo di cui parla Romeo è legato ad alcuni degli otto accordi urbanistici pubblico-privati inseriti all'ordine del giorno del consiglio.

L'ATTACCO

L'affondo a Gaffeo arriva poi dall'opposizione uscita dall'aula e da tutto il centrodestra. «Dignità, decenza e buon gusto, ma soprattutto il rispetto per la città e i cittadini, oltre che per se stesso, imporrebbero dimissioni immediate. Senza condizioni. Quando un sindaco viene abbandonato dalla sua maggioranza al momento di votare un documento fondamentale per disegnare l'assetto futuro di centro, quartieri e frazioni per i prossimi anni e viene esposto, volutamente, a una figuraccia simile, non ha altra scelta che lasciare. Lo stesso vale per l'assessore all'Urbanistica. È evidente come questa amministrazione non abbia più i numeri per governare. Di questo deve assumersi la propria responsabilità e darne conto ai cittadini. In queste condizioni, non si può fare altro che andare a casa». A firmare la dichiarazione sono Michele Aretusini capogruppo, Lorenzo Rizzato, Valentina Noce, Sabrina Magon della Lega, Mattia Moretto capogruppo di Fratelli d'Italia; Andrea Bimbatti, vicesegretario provinciale di Forza Italia; Mattia Maniezzo del gruppo misto; Antonio Rossini e Monica Gambardella per la lista Gambardella; Damiano Sette e Tiziano Menon della Lista Menon. Alcune voci guardano all'opposizione sostenendo che uscendo dall'aula, abbia perso l'occasione di dimostrare di poter essere "opposizione governante", ma il vento elettorale soffia già fortissimo. 

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