Badia Polesine. L’Adigetto messo al sicuro con un piano da trenta milioni

Il presidente della Regione Luca Zaia ha dato ieri l’avvio ai lavori di efficientamento idraulico

Giovedì 9 Novembre 2023 di Nicoletta Canazza
Il presidente Luca Zaia sull'escavatore per l'avvio dei lavori sull'Adigetto a Badia Polesine

BADIA POLESINE - Trenta milioni di euro, finanziati dal ministero delle Infrastrutture tramite il Pnrr, per rimettere a nuovo una fondamentale arteria irrigua del Polesine. Ieri, a Badia Polesine, il Presidente della Regione, Luca Zaia, ha dato ufficialmente il via ai lavori di efficientamento del sistema idraulico Adigetto-Scortico-Malopera e dei suoi manufatti irrigui: 67 km di canale per distribuire l’acqua dell’Adige su 50mila ettari di campagne che valgono oltre 300 milioni di euro di produzioni agricole di qualità. Un’opera imponente frutto del lavoro di squadra tra Regione, Consorzio di Bonifica Adige Po, Anbi e Anbi Veneto, preziosa dal punto di vista della sicurezza idraulica per dieci comuni, tra cui il capoluogo Rovigo, e dal grande valore paesaggistico e ambientale. Ieri, a Sperone Bova, sull’argine dell’Adige, il taglio del nastro di un intervento che consentirà di ricostruire le sponde, pulire i fondali e ripristinare il funzionamento delle paratoie lungo tutto il corso dell’Adigetto. 
PROGRAMMAZIONE
«Se si fanno le opere necessarie a mettere in sicurezza il territorio - ha detto il presidente Zaia - si è in grado di fronteggiare l’emergenza quando si questa presenta. Dei 23 bacini di laminazione previsti dopo l’alluvione del 2013, a oggi tredici sono già operativi, tra cui quello di Caldogno che ha “salvato” Vicenza nei giorni scorsi, ma va sottolineato che ci sono voluti dieci anni per mettere a terra le risorse. Il Veneto, a differenza di altre regioni, ha sempre utilizzato tutti i fondi comunitari. Servirebbe un meccanismo per introdurre l’over booking sui fondi in modo che chi non riesce a utilizzare le risorse assegnate, possa restituirle per rimetterle a disposizione delle realtà che invece riescono a impiegarle. Non penso a una “dittatura” delle opere pubbliche, ma serve rispetto per chi fa le opere e per la sicurezza dei cittadini». 
Tante le autorità e i cittadini presenti ieri a Badia per la cerimonia di avvio dei lavori di ristrutturazione del canale con un incontro sul tema “Nuovi scenari per il Polesine. Ricostruire il futuro”. In epoca di cambiamenti climatici e di necessità di efficientare la rete idraulica del Paese, hanno sottolineato i vari interventi, quest’opera acquisisce un valore simbolico che va oltre l’aspetto territoriale. Tra i partecipanti: Elisabetta Pellegrini, coordinatrice della Struttura Tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture; il presidente nazionale di Anbi Francesco Vincenzi; l’assessore regionale al Territorio Cristiano Corazzari, la segretaria generale dell’Autorità Distrettuale di Bacino delle Alpi Orientali Marina Colaizzi; i rappresentanti delle organizzazioni agricole regionali.
DIECI COMUNI INTERESSATI 
L’intervento sull’Adigetto dovrà essere completato entro il 2026 e ne beneficeranno dieci comuni, i cui sindaci erano tutti presenti ieri a Sperone Bova: oltre a Badia Polesine, Lendinara, Fratta, Villanova del Ghebbo, Costa, Rovigo, Ceregnano, Villadose, Adria e Pettorazza Grimani.

Il traguardo è doppio: ripristinare la sicurezza idraulica e rendere più efficiente la capacità di invaso a scopi irrigui sui quasi 67 chilometri tra Bova di Badia, dove nasce, e Botti Barbarighe. «Le sponde dell’Adigetto saranno sistemate - ha spiega il presidente del Consorzio di Bonifica Adige Po, Roberto Branco - e con l’informatica e l’elettronica si arriverà a un efficiente ed efficace utilizzo delle risorse idriche». Risaliva agli anni 70 l’ultimo intervento di questa portata sul canale, che è il collettore irriguo principale nel comprensorio (esteso 121.150 mila ettari) presidiato dal Consorzio di bonifica Adige Po, con 1.700 chilometri di rete idraulica gestita, nella canalizzazione secondaria tra Adige e Po, dall’Alto Polesine a Loreo. I quattro lotti, suddivisi per esigenze di affidamento, avranno poi un forte indotto per lo sviluppo delle imprese locali. 

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