Un po' di pioggia e qualche temporale non bastano: Po e Adige in crisi anche a settembre

Domenica 2 Ottobre 2022 di Redazione Web
Un po' di pioggia e qualche temporale non bastano: Po e Adige in crisi anche a settembre

ROVIGO - Mentre una nuova perturbazione si è affacciata insieme all’arrivo dell’autunno, perché l’equinozio, ovvero il giorno in cui ore di luce ed ore di buio si equivalgono perfettamente, quest’anno non è il caduto il 21, ma il 23, l’Arpav ha diffuso i dati sulla pioggia della prima metà di settembre. E come ormai avviene da un anno a questa parte, complessivamente i volumi di precipitazioni, così come le portate dei fiumi, con il Po che si conferma “grande malato”, sono risultati, manco a dirlo, inferiori alle medie storiche del periodo.

DIFFICOLTÀ PERSISTENTI

Mancando il riferimento della prima metà del mese, nell’analisi di Arpav si fa riferimento all’intero settembre, ma la pioggia caduta nella prima metà è stata un terzo rispetto a quelli che sono gli apporti attesi alla fine del mese. A meno di un colpo di coda autunnale, dunque, anche a settembre lo stato di siccità è rimasto. Il fatto che i fiumi siano tornati a risalire, infatti, non deve ingannare. Perché solitamente in questa stagione le portate sono ben maggiori. E per il Po le portate a metà mese erano un terzo di quello che sono normalmente in questo periodo.
La crisi idrica, dunque, perdura. Anche se il fatto che le campagne in questo momento vivano una fase di generalizzato riposo, dopo lo sforzo estivo, rende meno pesante il permanere di uno stato di siccità ormai permanente. Le precipitazioni della prima parte di settembre hanno avuto caratteristiche prevalentemente temporalesche e perciò sul territorio si alternano zone sulle quali si sono avuti apporti idrici molto abbondanti, a zone con precipitazioni particolarmente basse o quasi assenti. In media, nei primi 15 giorni di settembre in Veneto sono caduti 36 millimetri di piogge.
Le precipitazioni medie del periodo 1994-2021, relative all’intero mese di settembre sono di 107 millimetri.

LA SITUAZIONE

«Pertanto - sottolinea l’Arpav . a metà mese è caduto un terzo degli apporti attesi a fine mese, il 34% delle precipitazioni medie. In linea di massima, tuttavia, nella parte settentrionale del Veneto sono caduti, di media, oltre 40 millimetri di pioggia, con picchi superiori a 75 sull’Alpago, sul Feltrino, sull’Alto Vicentino e sul Trevigiano occidentale. Nella parte meridionale della regione, invece, le precipitazioni sono state generalmente inferiori a 30, in particolare sul bacino scolante dove, in molte località, sono piovuti meno di 10 millimeteri di pioggia. Sul delta del Po, invece, le precipitazioni sono state più abbondanti superando i 30 millimetri».

I DATI DEL POLESINE

Le piogge più significative, attorno ai 50 millimetri, hanno interessato Porto Tolle, 25 dei quali solo il primo settembre, mentre nella fascia centrale della provincia, fra Rovigo e Adria, le piogge della prima quindicina del mese non hanno superato i 15 millimetri. E nella zona di Occhiobello sono state inferiori ai 10 millimetri. Questo dopo che negli undici mesi tra ottobre e agosto sono caduti in Veneto mediamente 666 millimetri di precipitazioni a fronte di una media del periodo pari a 1.023 millimetri: questo significa che nell’ultimo anno in tutta la regione, gli apporti idrici del sono risultato molto inferiori alla media, con un calo superiore a un terzo, il 35%.
«Tali apporti costituiscono - evidenzia l’Arpav - a livello medio veneto, il minimo assoluto dal 1994-95 (da quando sono iniziate le rilevazioni puntuali): erano stati registrati 725 millimetri nel periodo ottobre-agosto del 2011-12, 746 nel 2016-17 e 770 nel 2006-07».

I FIUMI

A fronte di un simile quadro, la situazione dei principali fiumi veneti continua a mantenersi analogamente abbondantemente al di sotto delle medie. E, alla data del 15 settembre, al minimo storico per il Po, con una portata a Pontelagoscuro che rasenta un terzo di quello che solitamente si misurava in questo periodo il meno 68%. Migliore la situazione dell’Adige, anche se al punto di misurazione di Boara Pisani si trattava di meno della metà degli afflussi medi del periodo, con uno scostamento pari al meno 51%.

Ultimo aggiornamento: 3 Ottobre, 08:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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