Alluvione nel Polesine, dopo settanta anni ritrova una lettera della madre sfollata

Martedì 25 Gennaio 2022
Dopo settanta anni ritrova una lettera della madre sfollata - Foto di Margarita Kochneva da Pixabay

ARQUÀ POLESINE - Frammenti della vita, della paura e del dolore che tornano alla luce. Quel che è stato 70 anni fa per Laura Visentin, che visse da bambina i giorni dell'alluvione e che con la famiglia venne accolta nel Padovano, a Trebaseleghe. Una ferita da una parte, la gioia di avere trovato accoglienza e solidarietà dall'altra. Ricordi che Laura Visentin, oggi 78enne, non aveva trovato il coraggio di esprimere per lungo tempo, ma che questa volta non sono rimasti sulla lettera che scriveva al sindaco del comune padovano e poi non inviava.

Questa volta il messaggio è partito e ha messo in moto un nuovo abbraccio tra lei e il paese che la ospitò.

IL CONTATTO

Ad aiutare la zia è stato il nipote Mirco Visentin. «Mi ha chiesto di rintracciare il sindaco di Trebaseleghe e da li nasce una storia incredibile. Mia zia ha scritto una lettera al sindaco Antonella Zoggia, raccontando la sua storia di bambina di 8 anni che con parte della famiglia venne sfollata nel comune padovano. Ha ricordato gli aneddoti dei giorni vissuti lì, citando persone, fatti, luoghi, emozioni, spinta dal ricordo del settantesimo anniversario dell'alluvione». Una storia che tanti hanno da narrare, ma «il sindaco Zoggia si è interessata alla vicenda, telefonando a mia zia per ringraziarla e leggerle una lettera trovata nell'archivio storico comunale. Si trattava di una lettera scritta da sua madre, nella quale si chiedeva il sostentamento economico, pari a 50 lire giornaliere». «La sua lettera mi ha scaldato il cuore - ha scritto Zoggia - ha raccontato con emozione l'esperienza dell'alluvione. La nostra era una comunità povera e altruista. Il cuore dei miei concittadini è rimasto quello di allora. Se volesse rivedere Trebaseleghe, siamo a completa disposizione». Era comprensibilmente emozionata Laura Visentin, che oggi ha 78 anni ed è sposata dal 1965 con Domenico Valente. «Da circa vent'anni, in prossimità della ricorrenza dell'alluvione, ero solita scrivere al sindaco di Trebasaleghe, poi decidevo di stracciare la lettera, temevo non venisse letta. Questa volta ho deciso di spedirla. Avevo 8 anni all'epoca e a quell'età non capisci bene le disgrazie. Mi sentivo importante. Giocavo con i bambini al teatro, c'era ogni ben di Dio, con frutta, verdura e dolci. Da Arquà ero partita assieme a mamma, nonna, nonno, zia e cugini. Ricordo tutto di quel periodo. Frequentavo le elementari nel palazzo dove ora c'è il municipio. Trebaseleghe deve essere orgogliosa di quello che ha fatto. Il sindaco mi ha spedito due libri sulla storia del paese, molto belli. Sono in attesa della visita del sindaco a casa mia».

I RICORDI

Laura Visentin ricorda che nel 1951 «siamo partiti con l'aiuto della ditta di trasporti Pasqualini, fino alla stazione dei treni di Rovigo. Da qui ci siamo diretti a Trebaseleghe, con cambio obbligatorio a Padova. Abbiamo trovato accoglienza in un albergo, con la cena già pronta. Tutte le persone chiedevano come stavamo. Per un mese e mezzo siamo rimasti ospiti della famiglia Andreetta. Mio nonno dalla famiglia Gramignan, zia e cugini da un'altra famiglia. Mia zia e il nonno sono rimasti fino a fine gennaio 1952».
Laura Visentin ricorda di avere fatto amicizia con Ludovico, il figlio del farmacista, e con Adriana, Renato, Annamaria, figli della famiglia che l'ha ospitato. «Ho frequentato l'inizio della terza elementare: recitavo le poesie, ricevendo sempre regali. Mi sono trovata meglio lì che a Valbona, dove siamo arrivati per Natale. Ferdinanda Zoia è stata la mia santola: mio padre con il bestiame ha passato l'Adige a Ca' Morosini ed è stato accompagnato a Lozzo Atestino, ospite della famiglia Zoia, vicino al castello. Assieme a lui anche mio fratello Lino, di nove anni più grande di me».
Ha lavorato alle poste centrali di Venezia a Rialto, dal 1970 al 1971, poi avendo fatto gli studi magistrali al Roccati di Rovigo, ha insegnato dieci anni a Stra, alle elementari. Quindi alla scuola di Arquà per 25 anni, dal 1981 al 2005. Una volta in pensione, è stata catechista e insegnante all'Università popolare, oltre che candidata consigliere comunale.

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