ADRIA - Dare da mangiare ai piccioni può costare caro.
PIANO DI CONTROLLO
Buone pratiche in linea con i metodi ecologici riportati nel piano di controllo del colombo di città stilato dalla Regione, un piano di contenimento che prevede la sterilizzazione dei piccioni, come una misura accessoria e non prioritaria. «Prosegue nel frattempo - specificano - il monitoraggio dei colombi di città nel territorio urbano». Lo studio era partito a seguito alle segnalazioni della cittadinanza circa i danni e i disagi causati dalla presenza dei volatili in ambito urbano e le criticità legate a motivi sanitari della convivenza forzata, e sulle conseguenze delle concentrazioni di guano sul patrimonio storico- artistico cittadino. «Si tratta proseguono Stoppa e Micheletti - di un piano di monitoraggio triennale, inserito tra gli obiettivi strategici dell'amministrazione tanto che dopo il censimento invernale, è stata effettuata un'altra azione di monitoraggio a giugno».
MONITORAGGIO
Promosso con il metodo del Distance Sempling, il censimento ha consentito un confronto con i risultati ottenuti dai conteggi invernali che mostrano una differenza sostanziale relativa alla dimensione e alla distribuzione della popolazione. Mentre d'inverno i piccioni si raggruppano in grandi cluster all'interno del centro urbano, in cerca delle scarse risorse alimentari disponibili, durante la stagione calda invece i colombi di città si disperdono nel territorio e vanno in cerca di siti di nidificazione idonei e di approvvigionamento alimentare negli ambiti agricoli limitrofi. A dimostrarlo i 483 individui registrati per chilometro quadrato a giugno, la metà rispetto alla campagna invernale che aveva prodotto una stima di densità pari a 992 piccioni per chilometro quadrato durante il primo censimento.
«Il risultato - concludono gli assessori - va ad aggiornare il piano comunale sul monitoraggio dei colombi, dal quale emerge ancora una volta la presenza oltre i limiti di soglia di piccioni nel centro storico».
Un dato imputabile, secondo la ditta veneziana Laguna Project, che ha condotto il monitoraggio, dalla presenza di numerosi posatoi disponibili presso le aree di alimentazione, tetti e cornicioni del centro, mentre i siti di nidificazione per molti volatili sarebbero ponti e casolari abbandonati.