Rovigo. È l’Abbraccio di Caterina Zanca la creazione più bella alla biennale del gioiello contemporaneo

Mercoledì 30 Novembre 2022 di Sofia Teresa Bisi
Una delle creazioni di Caterina Zanca

ROVIGO - È l’Abbraccio di Caterina Zanca il gioiello più bello. Lo ha stabilito la Galleria romana Mydaybyday dopo aver giudicato tutti gli 80 espositori di gioielli artistici alla biennale israeliana dedicata al genere. Caterina Zanca, rodigina, è stata una dei due artisti italiani ammessi alla kermesse, un’ottima opportunità di visibilità internazionale. «Questo risultato – dice l’artista – mi rende orgogliosa perché sono consapevole che il genere della gioielleria artistica contemporanea sia abbastanza apprezzato all’estero ma poco diffuso in Italia. Il lavoro che ho scelto per Israele è una spilla e si intitola Abbraccio, perché è il segno del desiderio di vita e calore in fondo a una lunga pandemia. L’ho creato durante l’estate ed è formato da quattro lastre fucsia. Per accompagnarlo ho scritto “e finalmente arriva il momento dell’accettazione, della rassicurazione, della pace. Come in un nuovo grande abbraccio tutto si colora di nuovo e le emozioni, quelle positive, riaffiorano a vicenda, regalando ricordi vissuti in momenti felici che rimarranno indelebili nella mente. Si allontanano così e sempre più il dolore delle passate tristezze”. La galleria romana dedicherà alle mie opere uno spazio monografico all’inizio del 2023».

LA STORIA

Come è arrivata al gioiello contemporaneo? «Ho frequentato il liceo artistico in città, poi mi sono laureata in Conservazione dei Beni Culturali ed Ambientali a Ravenna. In seguito ho cercato una strada più pratica e quindi ho iniziato un corso di oreficeria. Dal 2005 ho frequentato un corso e lavorato per alcuni anni nello studio di Alberta Vita a Padova. Ho anche insegnato per tre anni allo Ied di Milano, ma poi ho scelto di restare nella mia città d’origine, dove mi occupo sempre di gioielli: un po’ classici, in un laboratorio, e un po’ artistici, nel mio studio».

LE CREAZIONI

Come nascono i suoi gioielli? «La mia creatività prova a unire le caratteristiche e i materiali della gioielleria classica, oro e argento, a forme e colori più personali. Utilizzo patine colorate e pigmenti, che danno vivacità e originalità; spesso le idee giungono da eventi particolari o programmi espositivi. Mi appassionano gli opposti: colori chiari e scuri, pieni e vuoti, effetti complementari. Mi piace moltissimo creare spille, specie quelle maschili, perché permettono libertà di forme e dimensioni. Voglio che tutti i miei oggetti siano portabili, in dialogo e in armonia con il corpo che li indossa: sono tutti pezzi quasi unici o in serie limitate, come è tipico delle creazioni a mano».-
Dove si possono vedere i suoi lavori? «Oltre all’esposizione permanente a Venezia, nella galleria Oh my blue, ieri all’Oratorio San Rocco di Padova è stata inaugurata “Pensieri preziosi 17. Gioiello devozionale”, una mostra che resterà aperta fino al 5 febbraio e che è dedicata a una tradizione legata al lutto che è partita in Inghilterra nel periodo elisabettiano ma che ha ancora un seguito importante. Ci saranno anche dei gioielli che ho creato appositamente».
 

Ultimo aggiornamento: 12:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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