I nordestini si fidano della scienza e in pochi mesi l'adesione è cresciuta di oltre il 15%, anche se resiste una nicchia di scettici che cresce tra gli under 25 Covid 19, quasi 8 su 10 dicono di sì al vaccino
Per primo è arrivato Pfizer-BioNtech, nel dicembre scorso. A gennaio, si sono aggiunti Moderna e AstraZeneca. Ora c'è quello targato Johnson & Johnson in attesa delle decisioni di EMA e AIFA. Parliamo dei vaccini contro il Covid-19, a cui si aggrappa la speranza di lasciarsi l'incubo pandemia alle spalle. Secondo i dati raccolti da Demos per l'Osservatorio sul Nord Est per Il Gazzettino, è aumentata in misura consistente la propensione a vaccinarsi dei cittadini di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
Nel settembre scorso, quando il vaccino sembrava ancora una lontana terra promessa, la quota di favorevoli si attestava intorno al 61%.
Una crescita stimata intorno ai 22-23 punti percentuali, invece, riguarda gli over-65, che salgono dal 65% di settembre all'attuale 89%, e le persone di età centrale (35-44 anni), che passano dal 53% registrato sei mesi fa all'odierno 75%. Gli adulti tra i 55 e i 64 anni tendono a crescere in misura più contenuta (67%, +4 punti percentuali), mentre a confermare la propensione già mostrata in passato sono le persone tra i 25 e i 34 anni (70%). Infine, osserviamo come sia solo tra gli under-25 a scendere la propensione al vaccino: dall'86% registrato a settembre, oggi non va oltre il 76%.La campagna vaccinale contro il Covid-19 partita il 27 dicembre scorso procede, seppur con difficoltà (e non poche polemiche) a causa dei ritardi di consegna delle dosi da parte delle aziende produttrici.
Nell'ultima settimana, è iniziata l'immunizzazione del personale scolastico, delle forze armate e di polizia, dei soggetti vulnerabili e degli over-80. Ma dovrebbe essere obbligatorio vaccinarsi? I nordestini sulla questione appaiono piuttosto divisi: il 57% dichiara di essere favorevole, mentre il 47% si mostra contrario a questa possibilità.Il sostegno verso l'obbligo vaccinale tende a crescere tra gli anziani con oltre 65 anni (72%) e quanti sono in possesso di un basso livello di istruzione (74%), oltre che tra pensionati (75%) e impiegati (65%). La contrarietà, invece, sembra farsi più consistente tra gli under-25 (48%) e le persone tra i 45 e i 64 anni (49-53%). Professionalmente, invece, questo tipo di atteggiamento cresce tra operai (60%), disoccupati (58%) e lavoratori autonomi (70%).