Sanità a Nordest: dopo il Covid servizi peggiorati per sei persone su dieci

Mercoledì 1 Novembre 2023
Sanità a Nordest: dopo il Covid servizi peggiorati per sei persone su dieci

La sanità si conferma un punto particolarmente sensibile per l'opinione pubblica di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della Provincia di Trento. Secondo i dati di Demos per l'Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino, la quota di intervistati che ritiene i servizi sanitari migliorati negli ultimi 2 anni si ferma all'8%, mentre il 34% li giudica sostanzialmente invariati. La maggioranza assoluta (58%), però, è insoddisfatta e li bolla come peggiorati.
Eppure, secondo il 6° rapporto della Fondazione Gimbe su dati del Ministero della Salute, tutte e tre le realtà nordestine si collocano tra le "adempienti" rispetto ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).

La Provincia di Trento è 3° nella classifica generale con 268,4 punti, il Veneto occupa il 5° posto (264,9 punti) mentre il Friuli-Venezia Giulia, con 243 punti, si ferma in 9° posizione. Più nel dettaglio, osserviamo che in Provincia di Trento le migliori performance sono sul fronte ospedaliero (96,52 punti), in Veneto si concentrano nel settore distrettuale (95,6 punti), e in Friuli-Venezia Giulia le ritroviamo soprattutto nell'area della prevenzione (85,32 punti). Tutto questo, però, evidentemente non basta: l'idea che i servizi sanitari negli ultimi due anni siano peggiorati accomuna la maggioranza dei nordestini, che vivano in Provincia di Trento (62%), Veneto (56%) o Friuli-Venezia Giulia (60%). Delle indicazioni interessanti emergono guardando al fattore anagrafico. Tra gli under-25 tende a prevalere l'idea che la sanità sia invariata (47%), più che peggiorata (43%), mentre tra coloro che hanno tra i 25 e i 34 anni le due componenti si equivalgono (entrambe 47%). L'opinione che i servizi sanitari siano peggiorati, invece, si fa (nettamente) maggioritaria tra adulti e anziani: la pensa in questo modo il 60% delle persone di età centrale, il 55% di coloro che hanno tra i 45 e i 54 anni e il 59% degli over-65, anche se il valore più ampio (75%) è riscontrabile tra quanti hanno tra i 55 e i 64 anni.

IL FATTORE POLITICO

Osserviamo, infine, il fattore politico: in questo caso, a colpire è una certa trasversalità dell'opinione (pur con un -importante- distinguo). L'idea che negli ultimi due anni i servizi sanitari siano peggiorati mette insieme gli elettori del Partito Democratico e di Forza Italia (entrambe 57%), quelli di Fratelli d'Italia (58%) e del Movimento 5 Stelle (57%), i sostenitori dei partiti minori (58%) e quanti appaiono incerti e reticenti (63%). Un'eccezione sembrano farla quanti voterebbero per la Lega: tra loro, infatti, la componente che ritiene i servizi sanitari peggiorati si ferma al 40%, mentre tende a farsi più ampia la componente che ritiene i servizi sanitari invariati (39%) o migliorati (21%). Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destina alla Missione Salute 15,63 miliardi che, uniti alle altre somme a disposizione nello stesso capitolo, porta a quasi 20 l'investimento totale da fare in questo settore entro il 2026. Gli obiettivi mirano ad avere una sanità vicina e prossima alle persone, più sicura, equa e sostenibile: a 45 anni dall'istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, un'occasione da non sprecare, per non mettere in discussione il fondamento del patto sociale tra Stato, Regioni e cittadini.

Ultimo aggiornamento: 13:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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