Turismo, il Veneto ha perso 6 ospiti su dieci, ma ci sono segnali incoraggianti

Martedì 13 Ottobre 2020 di Alda Vanzan
Turismo, il Veneto ha perso 6 ospiti su dieci, ma ci sono segnali incoraggianti

VENEZIA Turismo e Covid, gli operatori economici del Veneto provano a risollevarsi dopo che il settore è stato messo in ginocchio dall'emergenza sanitaria ricominciando a fare promozione. È successo ieri a Longarone con Dolomiti Show, la fiera della montagna che ha ospitato anche una sezione in presenza del tradizionale Buy Veneto, svoltosi la scorsa settimana in streaming. I segnali sono incoraggianti: a Buy Veneto ha partecipato l'85% degli iscritti, potenziali acquirenti che da Australia, Canada, Cina, ovviamente Europa hanno acquisito informazioni sulle offerte turistiche venete.

E ieri, per la montagna, è stato manifestato interesse anche i prodotti gastronomici e gli sport estremi. Ma l'incognita è sempre legata all'aspetto sanitario, tanto che si cerca di capire quali saranno le disposizioni del Governo centrale per gli impianti di risalita in vista dell'imminente stagione sciistica.

I NUMERI I dati del turismo veneto, del resto, sono drammatici, almeno per quanto riguarda i primi sette mesi dell'anno. Che poi sono gli unici dati ufficiali disponibili perché il report di agosto (con l'unica eccezione della provincia di Treviso) e quello di settembre non sono stati ancora caricati. Si sa che tra agosto e settembre c'è stato un miglioramento nelle località di mare, montagna e lago, addirittura con punte dell'85% di copertura dei posti letto, mentre le città d'arte hanno continuato a soffrire. Ma vediamo i numeri dei primi sette mesi dell'anno. Dopo un avvio positivo del 2020 (gennaio ha registrato un +8,1% di presenze, febbraio +2,1%), la pandemia e il lockdown hanno determinato il crollo dei flussi turistici, che è iniziato a marzo (-83,7%), è continuato ad aprile (-95,7%) e a maggio (-93,4%), ma anche a giugno (-79%). A luglio la ripresa è stata più evidente, con flussi turistici che comunque hanno rappresentato la metà di quelli registrati a luglio 2019. I primi 7 mesi dell'anno si sono chiusi così con un -65,9% delle presenze, cioè dei pernottamenti effettuati in strutture ricettive. Il numero di turisti pernottanti in strutture ricettive venete ha seguito un andamento simile, indicato dal -68,2% degli arrivi. In valori assoluti a tutto luglio le presenze turistiche in Veneto sono state 13,6 milioni. Nel 2019, considerato l'intero anno completo, erano state 70 milioni. Il calo delle presenze da gennaio a luglio è stato del 66%.

GLI STRANIERI Nei primi 7 mesi del 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, gli stranieri sono diminuiti di circa l'80%, mentre le presenze italiane sono calate di circa un terzo (-36,8%). La principale provenienza estera è rimasta la Germania, seguita dall'Austria. Mentre il terzo e quarto posto che l'anno scorso erano occupati da Regno Unito e Stati Uniti, stavolta sono andati a Svizzera e Paesi Bassi. Nel mese di luglio gli stranieri sono stati ancora pochi ( circa 574mila) contro gli oltre 2 milioni di luglio 2019 (-72,4%). Da evidenziare un segno più, per gli arrivi di italiani nel mese di luglio (+3,2%), dovuto alle vacanze di prossimità effettuate dai veneti stessi (+25,5% di arrivi e +6,3% di presenze) e da trentini/altoatesini (+48,7% arrivi e +18% presenze). Sono cresciuti nel numero anche i lombardi (+13,2%) ed i friulani (+2,2%). Gli italiani, che a luglio dell'anno scorso rappresentavano solo il 27% dei turisti, quest'anno sono arrivati a quota 58%. Veneti un quarto dei turisti pernottanti.

I COMPRENSORI Sempre considerando il periodo gennaio-luglio 2020, il settore balneare ha registrato un calo del 60,2% negli arrivi e del 64,7% nelle presenze); le città d'arte -73,4% arrivi (-67,4% presenze); il lago - 72,5% (-76,7%); la montagna -37,4% (-27,9%); le terme -65,4% (-71,5%). Per quanto riguarda l'offerta alberghiera, gli hotel aperti a luglio 2020 sono stati l'88,6% (contro il 97,1% di luglio 2019) e l'occupazione delle camere è salita al 36,2% (a giugno era del 17,5%), comunque dimezzata rispetto a quella di luglio 2019.

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