Cavillo tecnico: il Tar annulla il super ​concorso per dirigenti scolastici

Mercoledì 3 Luglio 2019 di Angela Pederiva
Cavillo tecnico: il Tar annulla il super concorso per dirigenti scolastici
Si erano rivolti agli avvocati 300 dei circa 9.600 partecipanti allo scritto, ma è bastato che ieri sera il Tar del Lazio accogliesse il primo dei ricorsi esaminati, per far annullare l'intero concorso per dirigenti scolastici. Una selezione nazionale molto sentita a Nordest, visto che per la preselezione di un anno fa erano state presentate 1.904 domande in Veneto e 462 in Friuli Venezia, regioni che infatti soffrono di una grave carenza di presidi. Ma così è: dal momento che i giudici hanno riconosciuto la «fondatezza della doglianza che ha contestato la legittimità dell'operato della Commissione plenaria nella seduta in cui sono stati fissati i criteri di valutazione», lamentata da una candidata della Campania, ora è tutto da rifare, anche se il ministero dell'Istruzione ha già fatto sapere che  avanzerà appello al Consiglio di Stato, con l'obiettivo di far sospendere un provvedimento che rischia di mandare in ginocchio l'avvio del prossimo anno scolastico. 

LE MOTIVAZIONILa sezione Terza Bis (presidente Giuseppe Sapone, consiglieri Alfonso Graziano e Claudia Lattanzi) ha condiviso l'undicesima delle argomentazioni formulate dall'avvocato Guido Marone di Napoli per conto della sua assistita Maria Petrilli, quella secondo cui i criteri di valutazione sarebbero stati invalidi fin dall'origine in quanto «adottati da un organo illegittimamente costituito». Il riferimento era al fatto che nella seduta plenaria dello scorso 25 gennaio, dedicata alla definizione dei parametri poi utilizzati per correggere le prove e attribuire i punteggi, l'organo tecnico si era riunito a composizione allargata, cioè con la partecipazione non solo dei membri della commissione centrale, ma anche dei rappresentanti delle singole sotto-commissioni. Ebbene in questa sede c'erano pure tre componenti «che versavano in una condizione di incompatibilità e/o erano in conflitto di interessi». Si tratta di Elisabetta Davoli e Francesca Busceti, che risultavano aver svolto attività formative nell'anno precedente all'indizione del concorso (eventualità vietata dal decreto ministeriale che disciplinava la selezione), nonché di Angelo Francesco Marcucci, sindaco di Alvignano in provincia di Caserta e dunque rappresentante di un organo elettivo (un ruolo inconciliabile per legge con quello di esaminatore nel reclutamento pubblico). Secondo i magistrati poco importa che i tre facessero parte di altrettante sotto-commissioni, incaricate di giudicare solo una parte dei concorrenti: «Tale illegittimità si riverbera a cascata sull'operato di tutte le commissioni, essendo stati i criteri di valutazione definiti da organismo illegittimamente formato». Dalle motivazioni risulta invece che sono stati respinti tutti gli altri rilievi, come il mal funzionamento dei computer, le disparità di trattamento o la non contestualità nazionale della prova.
LE REAZIONIMa tant'è, ciò è stato sufficiente per annullare tutti e 18 gli atti impugnati, anche se il Miur sta già predisponendo l'appello con l'Avvocatura dello Stato, con annessa richiesta di sospensiva. I sindacati sono in fibrillazione. «L'annullamento del concorso è un disastro per la scuola italiana: duemila scuole rimarrebbero senza dirigenti scolastici», ha commentato Roberta Fanfarillo della Cgil. «Inizia un calvario giudiziario che vede, sia negli esclusi che nei vincitori di concorso, le vittime di un sistema che mostra, ancora una volta, tutti i suoi limiti», ha dichiarato la Uil Scuola.
Angela Pederiva
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