Sanità veneta, 15 manager in meno
da gennaio. Bagarre in commissione

Sabato 21 Novembre 2015 di Alda Vanzan
Sanità veneta, 15 manager in meno da gennaio. Bagarre in commissione
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Il 31 dicembre, tra neanche due mesi, scadranno i direttori generali delle 22 Ulss, delle 2 Aziende ospedaliere e dell’Istituto oncologico del Veneto. Venticinque posti (in realtà 24 perché Venezia e Chioggia hanno da qualche anno un’unica direzione) che si ridurranno a 10. E con gli stessi stipendi di oggi. «Se qualcuno pensa che le indennità vengano raddoppiate solo perché si estendono i confini delle Ulss, sbaglia di grosso». Così il governatore del Veneto, Luca Zaia, ieri mattina, durante il punto stampa post giunta, ha escluso aumenti di stipendio ai futuri nuovi direttori generali delle Ulss e, allo stesso tempo, ha confermato che da gennaio scatterà la "rivoluzione" della sanità veneta con la riduzione delle Ulss da 22 a 7, cioè una per ogni provincia, più le due Aziende ospedaliere di Padova e di Verona e lo Iov. Totale: 10 enti al posto degli attuali 25. Poi ci sarà l’Azienda Zero per la parte amministrativa, ma lì i passaggi saranno graduali.

Ma davvero tra un mese e mezzo spariranno 15 posti? «Certo - ha detto Zaia - basta che la legge sia operativa». Il riferimento è al progetto di legge dello stesso Zaia sull’Azienda Zero e sull’accorpamento delle Ulss che anche ieri ha tenuto impegnata la Quinta commissione consiliare a Palazzo Ferro Fini. Senza, peraltro, concludere i lavori. Tant’è che difficilmente prima di dicembre il testo andrà in aula per l’approvazione definitiva. Ieri, anzi, sul tema c’è stata una notevole bagarre in commissione e i lavori mattutini che dovevano riprendere nel pomeriggio sono stati aggiornati per mancanza del numero legale. Tra gli assenti gli alleati di Forza Italia, Massimiliano Barison, e di Fratelli d’Italia, Sergio Berlato. Che però hanno minimizzato: nel pomeriggio era in programma un’altra commissione - hanno spiegato - nessuno ha il dono dell’ubiquità.

Prima del nulla di fatto conclusivo, alla Quinta commissione - a cui erano presenti anche gli assessori Luca Coletto e Manuela Lanzarin – è stato sottoposta l’"Analisi di impatto economico dell’Azienda Zero", un documento elaborato dai tecnici della giunta regionale che mostra le “economie stimate” attraverso l’introduzione dell’Azienda Zero. Si tratta di 90milioni annui suddivisi in contenimento di costi per 15milioni per la concentrazione delle attività di programmazione; 45milioni risparmiati grazie al ruolo di centro servizi e 30 milioni derivanti dal rafforzamento del livello di governance. Nel documento, il costo di funzionamento dell’Azienda Zero è stimato in 200mila euro.

E mentre Forza Italia con Barison ha presentato un emendamento per incorporare le Aziende ospedaliere-universitarie di Padova e Verona nelle rispettive Ulss, il Pd ha lanciato l’allarme sul personale: «Con l’avvio dell’Azienda Zero almeno 700 dipendenti delle Ulss venete rischiano il posto di lavoro», hanno detto Stefano Fracasso, Claudio Sinigaglia, Orietta Salemi e Bruno Pigozzo. Il M5s con Jacopo Berti ha invece denunciato l’"impreparazione" dei consiglieri di maggioranza: «Non sanno nemmeno cosa è scritto nel progetto di legge e lo hanno dimostrato ampiamente in commissione», ha detto Berti calcando la mano sulle «due versioni del progetto di legge», «i passi indietro, le richieste dall'alto e altre irrituali dinamiche». Se ne riparla in commissione la settimana prossima.
Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 09:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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