Il consiglio regionale del Veneto contro il maresciallo Tito: «Togliamo tutte le onorificenze»

Giovedì 19 Gennaio 2023 di Alda Vanzan
Il consiglio regionale del Veneto contro il maresciallo Tito: «Togliamo tutte le onorificenze»

VENEZIA - Licenziato ieri dalla Prima commissione del consiglio regionale del Veneto è atteso in aula per l'approvazione il progetto di legge statale di iniziativa regionale per togliere a Broz Josip Tito l'onorificenza di Cavaliere di Gran croce al merito della Repubblica italiana e quella del Gran cordone, il più alto riconoscimento conferibile in Italia.
Presentata da Alberto Villanova, presidente dell'intergruppo Zaia-Lega a Palazzo Ferro Fini, la proposta di legge è stata approvata ieri in commissione dalla sola maggioranza di centrodestra, senza però voti contrari dell'opposizione. «Fu per primo il presidente della Repubblica Napolitano, nel 2007, ad affermare che le foibe furono vera e propria pulizia etnica subita dagli italiani a Trieste ed altrove durante l'occupazione del governo di Tito - ha spiegato Villanova -. E tuttavia, per incomprensibili e ricorrenti contraddizioni di questo strano nostro Paese, vi sono ancora vie di città italiane intitolate a Tito, come ad altri personaggi cui la storia ha riconosciuto responsabilità criminali verso il genere umano».
L'esponente leghista sottolinea che «a fronte dell'imbarazzante inerzia del nostro Stato, rispetto al dovere di rimuovere e vietare l'intitolazione di strade e monumenti a criminali della storia, nonché di porre fine alla vergogna di stridenti riconoscimenti ed onorificenze, più di un'azione da parte di politici ed associazioni di esuli è stata assunta».

Ma ammette: «Inutilmente». Di qui la decisione di presentare una proposta di legge, «un nuovo tentativo di riparare alla vergogna nazionale, proponendo semplici, logiche modifiche alla legge del 1927 sulla toponomastica statale, nonché a quella del 1951, sulla disciplina del conferimento delle onorificenze».


REVOCA
Il testo introduce da un lato introdurre il divieto di intestare strade, piazze pubbliche, monumenti «a coloro cui siano state storicamente riconosciute responsabilità politiche e di governo per fatti qualificabili come azioni efferate, crimini di guerra e crimini contro l'umanità o che, per le stesse responsabilità, abbiano subito una condanna giudiziale» e, dall'altro, «la revoca per indegnità dell'onorificenza» anche se il soggetto destinatario del provvedimento è deceduto e, quindi, in base all'attuale normativa non può difendersi.
 

Ultimo aggiornamento: 11:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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