La Corte dei conti indaga
sui collaboratori dei consiglieri

Venerdì 11 Aprile 2014 di Alda Vanzan
Il consiglio regionale
VENEZIA - Spese dei gruppi consiliari della Regione Veneto, adesso è la Procura della Corte dei conti a chiedere le carte. Dunque, si ricomincia daccapo: tutte le spese sostenute nel 2012 che alla Procura regionale al cui vertice c’è Carmine Scarano sono parse prive o carenti di giustificazione e di documentazione, ora dovranno essere dettagliatamente spiegate. I singoli capigruppo hanno 20 giorni di tempo per rispondere. Poi toccherà ai magistrati contabili stabilire se archiviare o se procedere per eventuale danno erariale chiamando in causa i singoli consiglieri o gli stessi capigruppo.

Le lettere della Procura della Corte dei conti stanno arrivando in queste ore. Raccomandate, fax, mail di posta certificata. I capigruppo che non ricevuto alcunché e che hanno tirato un respiro di sollievo, in realtà non sono stati esonerati: semplicemente ci saranno richieste di chiarimenti che arriveranno un po’ più tardi. Ma arriveranno a tutti. Si è cominciato con le consulenze, si procederà anche con i pranzi e le cene. E con tutte le altre spese sostenute con i fondi che il consiglio regionale assegnava ai gruppi.

Per i gruppi consiliari è decisamente una Quaresima di passione. A giorni è atteso infatti il pronunciamento della Sezione di Controllo della Corte dei conti sui rendiconti relativi al 2013, quelli su cui sono stati chiesti chiarimenti e che hanno già visto i capigruppo fornire spiegazioni. Anche l’anno scorso, per la prima volta, c’era stato il controllo dei magistrati contabili, ma le sanzioni erano state sospese dopo un accordo raggiunto a livello nazionale: si era stabilito che la nuova normativa non poteva essere applicata retroattivamente e che, dunque, le eventuali "multe" dovevano essere applicate solo a partire dall’esercizio 2013. Quello, appunto, ora all’esame dei magistrati di Campo Sant’Angelo. Nel caso - nonostante le spiegazioni - emergessero irregolarità, i gruppi dovrebbero restituire solo le somme contestate. Non ci sarà più, stante il recente pronunciamento della Corte costituzionale, il blocco dei finanziamenti per l’anno in corso. Che, peraltro, ora sono esigui: con la modifica della legge regionale, adesso complessivamente il contribuito annuale ai gruppi ammonta a 542.860 euro. Ma nel 2012 la cifra ben più consistente: complessivamente vennero contestate spese per oltre 500mila euro, senza contare la Lega i cui conti non erano stati neanche esaminati perché aveva presentato le carte in ritardo e pareva dover restituire un milione di euro.

Ma perché si ritorna a parlare dei conti del 2012? Il motivo è semplice: tutte le carte sono state trasmesse dalla Sezione di controllo della Corte dei conti alla Procura della Corte dei conti per l’accertamento di eventuali danni erariali. E in Procura si è iniziato a controllare. Tutto: contratti, acquisti, pranzi di lavoro, ricevute, scontrini. L’attenzione dei magistrati contabili di Palazzo dei Camerlenghi al momento si è concentrata sulle consulenze: ai capigruppo è stato chiesto di spiegare e di fornire documentazione sui vari contratti di collaborazione, così che possa essere accertato se il tipo di lavoro svolto dal contrattista era effettivamente quello previsto dal contratto, ad esempio la preparazione di progetti di legge, interrogazioni, interpellanze. Sono stati chiesti i curricula. E pare anche i nomi dei consiglieri regionali cui questi contrattisti - che lavorano sul "territorio" e non a Palazzo Ferro Fini - facevano riferimento.

Ora toccherà ai capigruppo fornire carte e spiegazioni. Che, in linea di massima, sono sempre le stesse, ossia quelle presentate un anno fa alla Sezione di controllo e poi contenute nel ricorso al Tar contro il pronunciamento della stessa Sezione di controllo. Solo che si è ricominciato daccapo. E le carte, stavolta, vanno mandate in Procura.
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