Troppi incendi dolosi: e scoppia
il caso del racket dei rifiuti in Veneto

Martedì 26 Luglio 2016 di Raffaella Ianuale
Incendio a Fosso'
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«Infiltrazioni mafiose nel settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti in Veneto». Dopo l’incendio doloso all’azienda Nuova ecologica 2000 di Fossò arriva il grido di allarme contenuto in una interrogazione indirizzata al ministro dell’Interno Angelino Alfano firmata dai parlamentari del Partito democratico, tra i quali spiccano i nomi di molti veneti. Troppi i roghi nelle aziende che si occupano del ciclo dei rifiuti tra Veneto e Friuli, almeno una ventina quelli contati dagli onorevoli che avevano inviato una prima interrogazione sullo stesso tema lo scorso 29 marzo. Ma dopo il devastante incendio a Fossò della notte tra il 17 e il 18 luglio sono tornati alla carica.

«In Veneto questo episodio è soltanto l’ultimo di una lunghissima serie per questo chiediamo al Ministro di avviare tutte le azioni necessarie a chiarire l’eventuale coinvolgimento di gruppi criminali», scrivono nell’interrogazione con risposta scritta di cui il primo firmatario è Alessandro Naccarato della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle associazioni criminali. Nell’interrogazione seguono le firme dei parlamentari veneti Michele Mognato, Andrea Martella, Sara Moretto, Delia Murer, Davide Zoggia oltre a Vincenzo D’Arienzo.
Sul fatto che l’incendio alla "Nuova ecologica 2000 srl" di via Settima Strada 9 di Fossò sia doloso non ci sono dubbi. A riprendere quanto successo le telecamere del sistema di videosorveglianza che alle tre di notte hanno filmato due uomini incappucciati e con una tanica di benzina mentre accendevano il fuoco. Alla fine sono stati distrutti quattro autocarri e una catasta di legna, per 400mila euro di danni.

Eppure all’indomani della notte di fiamme e fumo il titolare aveva detto: «Non abbiamo ricevuto alcuna minaccia o richiesta di pizzo. Se ciò fosse accaduto o se mi dovesse succedere in futuro, la prima cosa che farei sarebbe quella di andare dalle forze dell’ordine a denunciare l'accaduto». Era stato categorico Lorenzino Candian, che assieme ai figli Luca e Marco gestisce l'azienda nella zona industriale del paese della Riviera del Brenta e che il giorno seguente si era rimboccato le maniche ed aveva cominciato subito a lavorare.

Eppure i parlamentari del Pd non ci stanno. «È un fatto inquietante, è necessario assolutamente un approfondimento da parte del Ministro - dice l’onorevole Michele Mognato - questi episodi delineano una situazione delicata, troppi i casi che potrebbero essere segnali di infiltrazione delle organizzazioni criminali in un tessuto delicato come quello della città metropolitana». «È noto che il settore della raccolta e smaltimento dei rifiuti è, ormai da molto tempo, oggetto di forti interessi da parte della criminalità organizzata - recita l’interrogazione - e questi eventi devono sollecitare l’attenzione delle autorità per le modalità tipiche degli atti intimidatori propri dei sodalizi criminali». Ora i parlamentari attendono una risposta scritta e alla luce dell’ennesimo episodio auspicano che non si replichi quanto risposto alla precedente interrogazione del 29 marzo, in cui avevano fatto un elenco dettagliano di tutti i roghi sospetti tra le province di Pordenone, Treviso, Verona e Padova. All’epoca il ministro scrisse: «Le indagini di polizia giudiziaria hanno consentito di escludere, al momento, la sussistenza di dinamiche o moventi legati alla criminalità organizzata, essendo essi riconducibili piuttosto alla malavita comune o a diatribe di natura privata». Ma gli onorevoli veneti non sono convinti.
Ultimo aggiornamento: 27 Luglio, 08:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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